Solbiate, tassa rifiuti più cara «per colpa dell’amministrazione precedente»

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Il sindaco Saporiti e l'ex sindaco ora consigliere Luigi Melis

SOLBIATE OLONA – La nuova farmacia dell’Iper non rende come dovrebbe, la piscina è più un costo che un guadagno e il mancato efficientamento energetico negli immobili comunali costringe a mettere pesantemente mano al portafoglio. Tre colpi quasi da ko per la nuova amministrazione di Più Solbiate che, però al fotofinish riesce a far quadrare e approvare il bilancio, ma non a evitare l’aumento delle tasse. Almeno per quanto riguarda la gestione dei rifiuti.

Pesante eredità

E’ questo in sintesi quanto emerge dalla nota riassuntiva dell’amministrazione comunale e relativa al documento finanziario dell’ente. Nella quale si legge che «particolare attenzione è stata dedicata all’analisi delle motivazioni che porteranno nel 2020 all’entrata a pieno regime degli aumenti tariffari relativi alla gestione dei rifiuti, di cui i solbiatesi hanno già avuto un assaggio nel 2019, mentre il bando avrebbe dovuto portare a delle riduzioni, come avvenuto in altri Comuni della Valle».

La squadra di governo guidata dal sindaco Roberto Saporiti punta il dito sul suo predecessore Luigi Melis e la sua amministrazione: «Tali aumenti sono da imputare alla scelta, che abbiamo ereditato, di acquistare a listino dal gestore il servizio di spazzamento delle strade anziché metterlo a bando. Opzione che porta a far lievitare il costo per questa voce di spesa a 128 mila euro, cioè di ben 53 mila euro in più rispetto agli anni precedenti il 2019. Inoltre si dovrà attendere la definizione di un contenzioso aperto con un importante contribuente Tari, il quale reclama l’errata classificazione, risalente al 2013, della propria attività, e che potrebbe comportare la riduzione dell’imposta per questo contribuente, con conseguente ulteriore aumento per i cittadini».

Le dolenti note

Più Solbiate poi serve il tris delle dolenti note «che – si legge nel documento – alcuni impropriamente definiscono in maniera positiva come rendite sulle quali la nostra gestione vive». E l’amministrazione fa valere il peso dei numeri.

«La farmacia comunale, che presenta una perdita di circa 65 mila euro a fronte di una previsione della precedente amministrazione di un utile per il primo anno di 12 mila euro. Con uno scostamento quindi di ben 77 mila euro. Una perdita comporta il mancato introito del canone per le regole inserite in una convenzione palesemente a sfavore del Comune».

La piscina comunale «rappresenta un onere sempre più insostenibile per la nostra comunità con un canone di concessione che definire irrisorio è riduttivo. Bisognerebbe usare la parola “vergognoso”, considerando che si tratta di 10 mila euro annuali. Con l’obbligo di ripianamento delle perdite (106 mila euro nel 2017). E infine i costi di funzionamento che pesano per 107 mila euro annui». Bisogna poi considerare che «solo nel novembre scorso abbiamo avuto notizia del fallimento, avvenuto a marzo 2018, della Società finanziaria che aveva concesso la fidejussione al precedente gestore fallito, e che rende impossibile l’incasso di ulteriori 200mila euro».

Infine, «gli inesistenti, o quasi, interventi di efficientamento energetico delle strutture pubbliche che avrebbero potuto garantire una riduzione della spesa per tali voci in bilancio».

L’auspicio

I temi toccati da Più Solbiate rappresentano un nervo scoperto per l’ex sindaco Luigi Melis. Il quale ha sempre dato battaglia in difesa delle scelte portate avanti nei suoi dieci anni di mandato. Tanto che spesso i toni sono stati più di scontro che di confronto. E anche per questo l’amministrazione auspica che «le minoranze inizino davvero a “servire Solbiate”. Con proposte credibili e soluzioni contabili praticabili, perché una buona amministrazione deve rendere conto ai propri cittadini circa le decisioni prese, con coraggio. Le chiacchiere e le polemiche non sono la risposta da servire ai Solbiatesi».

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