Busto, al Borri comando vigili e anagrafe. Al Conventino e Radetzky housing sociale

BUSTO ARSIZIO – Non solo Auditorium e social housing, negli spazi dell’ex calzaturificio Borri ci sarà posto anche per il nuovo comando di polizia locale e per la nuova sede dell’anagrafe del comune di Busto Arsizio. Lo ha rivelato l’assessore alla sicurezza e alla mobilità Salvatore Loschiavo, intervenendo nel corso della commissione bilancio dedicata al bando PINqUA, il programma nazionale di rigenerazione urbana che farà piovere 15 milioni di euro sulla città per consentire la riqualificazione di cinque storiche incompiute del centro cittadino, tra cui il complesso industriale dismesso di viale Duca d’Aosta. Progetti da completare entro il 2026.

Ritorno alle origini

Un piano che, a più di vent’anni di distanza, riporta alla luce, almeno in parte, l’idea originaria dell’allora sindaco leghista Gianfranco Tosi, con cui fu motivata l’acquisizione del bene, di insediare all’ex Borri una sede-bis del Comune, praticamente dall’altra parte della strada rispetto a palazzo Gilardoni. Una prospettiva che, più volte riemersa e accantonata in un ventennio di immobilismo che ha caratterizzato l’ex complesso industriale di viale Duca d’Aosta, stavolta finalmente ha le gambe (i soldi dello Stato) per correre. A fianco degli uffici comunali, confermato l’Auditorium della musica, con sale prove e sale di esposizione, bookshop e spazio commerciale a tema musicale, la portineria di quartiere nella casetta salvata a fianco della Coop, e la palazzina di housing sociale da quattro piani (33 appartamenti) sul retro, dove oggi c’è il parcheggio dei dipendenti comunali. L’assessore Mariani ha ricordato che era «un requisito essenziale per poter partecipare al bando sulla qualità dell’abitare» e non se ne potrà fare a meno.

«Soprintendenza? Ci adegueremo»

Nemmeno i rilievi della Soprintendenza dei Beni Culturali appaiono un ostacolo: «Siamo allineati – ha assicurato in commissione l’assessore all’urbanistica e al patrimonio Giorgio Mariani – prendiamo atto e conformeremo la progettazione ai dettami della Soprintendenza, senza precludere nulla del progetto redatto per partecipare al bando». Toccherà dunque ai progettisti, attualmente da selezionare, che prenderanno in mano le cinque incompiute per lo studio di prefattibilità, adeguare le ipotesi alle linee guida giunte dalle “Belle Arti”. «Non è ancora un parere formale, quello verrà formulato in fase di progettazione definitiva – chiarisce l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni – ma ci dà le indicazioni per operare in conformità con le prescrizioni della Soprintendenza». La fase successiva, per snellire i tempi e riuscire ad arrivare senza ritardi alla scadenza del 2026 per la realizzazione delle opere, sarà «l’appalto integrato con progettazione esecutiva e affidamento dei lavori», come preannuncia Mariani. Un unico bando di gara, come previsto dai decreti sul Pnrr.

Le altre incompiute

Nel frattempo però qualche modifica al piano originario è già stata decisa, sulla base dei rilievi della Soprintendenza. Il museo della fotografia si farà in via Roma, nell’ex presidio militare austriaco che attualmente ospita i servizi sociali, e non più a villa Radetzky. Dove invece, ha annunciato Paola Reguzzoni, sorgeranno «appartamenti di autonomia per disabili con spazi comuni e aree per l’animazione a cura del terzo settore». Vocazione sociale anche per il Conventino, dove verranno realizzati «alloggi di housing sociale senza destinazione particolare»: saranno appetibili per «giovani coppie ed esigenze abitative che non hanno riscontro negli alloggi di edilizia residenziale pubblica, come quelle di chi ha la casa pignorata perché non riusciva a pagare le rate del mutuo».

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