Andrea Cortellezzi, 35 anni fa il rapimento del 21enne di Tradate. Mai ritrovato

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TRADATE – Sono passati 35 anni. Era il 17 febbraio del 1989 quando Andrea Cortellezzi scomparve dalla sua Tradate. Che si trattava di un sequestro di persona a scopo di estorsione lo si capisce solo a cinque mesi dalla sua sparizione. Andrea, figlio di un industriale dei laterizi di Tradate, ha ventun anni e lavora insieme al padre, l’ingegnere Pierluigi. Andrea vende i materiali prodotti dalla fornace di famiglia, che è però chiusa da tempo, con l’azienda in flessione evidente.

La mattina del 17 febbraio 1989 esce di casa molto presto per andare a lavoro nella frazione di Abbiate Guazzone. Non ci arriverà mai. Poche ore dopo c’è già la denuncia della sua scomparsa. Si pensa ad un allontanamento volontario. Solo il 10 luglio ogni dubbio viene spazzato via. La notizia arriva proprio da Locri. Una telefonata anonima ha avvertito la direttrice di un ufficio postale della presenza di un pacco. All’interno la macabra scoperta: il terzo superiore dell’orecchio sinistro di Andrea, custodito in un portasapone. Poi una lettera dei sequestratori alla stampa e una scritta dal ragazzo, con la supplica al padre di pagare i tre miliardi del riscatto. Ci sono anche la patente del ventunenne e una Polaroid scattata di profilo: Andrea ha una catena al collo, chiusa con un grosso lucchetto, ed è ben visibile lo sfregio subìto.

I sequestratori impongono un ultimatum: occorre pagare entro il 17 luglio. L’ingegnere Cortellezzi si dichiara subito «disposto a trattare», anche se precisa che le richieste dei rapitori sono esorbitanti e «io non ho mai trattato i miliardi». I contatti con la banda ci sono, e sembrano fruttuosi. L’ultima telefonata risale al 25 agosto. È la ventiseiesima dall’inizio del sequestro, con anche quattro lettere e sei fotografie spedite alla famiglia. Da quel giorno di Andrea non si è saputo più nulla.

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