Ad Arcisate la prima panchina blu, per Daniele e tutti i malati di diabete

L'inaugurazione della panchina blu ad Arcisate: al centro Daniele Silvestri

ARCISATE – Il diabete è una patologia cronica e invalidante di cui in Italia soffrono oltre 4 milioni di persone, e si stima che un altro milione è ignaro di essere affetto dalla malattia. Una “pandemia moderna” che simbolicamente è rappresentata dal colore blu che, come il cielo, unisce tutti i popoli della terra. La famiglia Silvestri di Arcisate, il cui figlio Daniele ha avuto un recente esordio di diabete di tipo 1, ha voluto realizzare la prima panchina blu del Varesotto, per sensibilizzare il territorio sul diabete.

La panchina ad Arcisate

L’inaugurazione della panchina è avvenuta sabato 20 maggio in piazza De Gasperi 1 ad Arcisate, con il supporto di Adiuvare Odv (Associazione Diabetici Uniti Varese), in collaborazione con Samuele Rampino, presidente dell’associazione Uniti verso un nuovo Domani…Odv’, promotrice dell’iniziativa e attiva in Puglia. La realizzazione della panchina è stata possibile grazie al sostegno del sindaco Gian Luca Cavalluzzi, degli assessori Gariboldi, Vinoni, Miotti, delI’Istituto comprensivo di Arcisate, della Pro loco e della Croce Rossa Italiana Comitato Valceresio. Adiuvare è nata nel 2011 per il supporto a bambini e adolescenti con diabete di tipo 1 e le loro famiglie, in sinergia con l’ambulatorio pediatrico diabetologico dell’Ospedale Del Ponte di Varese.

La storia di Daniele

L’inaugurazione della panchina blu è stata l’occasione per riunire una vasta platea di giovani e adulti che ha ascoltato con attenzione e trasporto la storia di un emozionato Daniele. Il giovane ha raccontato come ha gestito con decisione l’arrivo improvviso di questa malattia cronica che ha sconvolto tutta la sua famiglia. Per Daniele avere il diabete vuol dire imparare a gestire la malattia scendendo a compromessi con quanto essa richiede: continuo monitoraggio dei livelli della glicemia, calcolo dei carboidrati contenuti negli alimenti, programma dell’attività fisica giornaliera e dosaggio e somministrazione dell’insulina. Queste sono azioni che implicano continui ragionamenti e impegno, da parte sua e di tutta la famiglia. I compagni di classe e i migliori amici di Daniele, in prima fila ad ascoltarlo, sono per lui una grande risorsa: tengono nello zaino zucchero e caramelle, nel caso ci fosse un’ipoglicemia improvvisa da affrontare.

La volontaria Adiuvare Michela Petino con Daniele Silvestri

Le forme di diabete

Il presidente di Adiuvare Athos Campigotto ha invece spiegato la differenza tra le due forme più note di questa patologia: diabete tipo 1 e diabete tipo 2. Il diabete mellito tipo 1 è la più frequente malattia endocrino-metabolica dell’infanzia e dell’adolescenza. È causato dalla distruzione, da parte del sistema immunitario, delle cellule del pancreas che producono insulina (beta cellule) ed obbliga i pazienti ad una media di 5 punture di insulina al giorno per tutta la vita. Riconoscerne i sintomi premonitori è indispensabile per evitare la chetoacidosi diabetica all’esordio ed è fondamentale per la salute di bambini e adolescenti, perché questa grave complicanza, maggiormente diffusa nei bimbi sotto i sei anni, può essere causa di edema cerebrale con conseguenze neurologiche importanti. Sete eccessiva, bisogno più frequente di fare pipì, come anche un improvviso calo di peso possono essere i sintomi iniziali di questa patologia. Il diabete tipo 1 è una malattia cronica, da cui non si guarisce. 

Le differenze

Il diabete mellito tipo 2 si manifesta in soggetti adulti maturi o anziani geneticamente predisposti, obesi o sovrappeso e con stile di vita errato e sedentario, i quali sviluppano una scarsa sensibilità all’insulina e rappresenta il 90% dei casi totali di diabete. Entrambe le malattie causano aumento dello zucchero nel sangue e, se trascurate, possono sfociare in complicanze riguardanti diversi organi e tessuti come: occhi, reni, cuore, vasi sanguigni e nervi periferici. Mentre il diabete di tipo 2 è, in parte, prevenibile modificando gli stili di vita dei soggetti a rischio, particolarmente per quel che riguarda la nutrizione e l’attività fisica, il diabete di tipo 1 non può essere prevenuto, in quanto sono ancora poco chiari i fattori di rischio che interagiscono con la predisposizione genetica scatenando la reazione autoimmunitaria.

La panchina blu inaugurata ad Arcisate