Arrivato a Busto il bus di Aubam con 34 mamme e bimbi ucraini. Due positivi al Covid

BUSTO ARSIZIO – «Benvenuti a Busto e auguri a tutti i papà» Antonio Tosi, presidente di Aubam, ha accolto così, con la voce che ad un certo punto si è rotta per la commozione, i 34 profughi recuperati in Polonia con un pullman organizzato dalla stessa associazione, il secondo dall’inizio della guerra in Ucraina. “Ul Pedela” pensava ai papà rimasti in Ucraina, sotto le bombe e a combattere per difendere la loro Patria dall’invasione delle armate di Putin, visto che ad essere arrivati a Busto sono in maggioranza bambini o ragazzini, con le loro mamme e nonne: sono arrivati a Busto alle 17 di oggi, 19 marzo, dopo quasi un giorno di viaggio da Medyka.

L’accoglienza

Erano attesi in un numero maggiore ma qualcuno non se la sarebbe sentita di affrontare il viaggio e altri sono rimasti bloccati nel caos della situazione alla frontiera con la guerra. Gli ucraini in fuga dalle bombe sono stati accolti a villa Calcaterra da tutti i dirigenti di Aubam, Tosi in testa: «Voglio condividere con voi una frase che ho letto stanotte: “Non vi fu mai una guerra buona né una pace cattiva”». Il sindaco Emanuele Antonelli, “mer” per gli ucraini, ha «ringraziato di cuore» le famiglie che ospitano i profughi. «Siete un tesoro per Busto, state facendo una cosa meravigliosa. L’amministrazione c’è, per voi facciamo di tutti. E cerchiamo di dare un pizzico di serenità a queste persone, dopo quello che hanno passato».

I tamponi

I profughi sono stati subito portati in un parcheggio nelle vicinanze per l’esecuzione dei tamponi antigenici rapidi, a cura di tre infermiere, prima di poter incontrare le famiglie che li ospiteranno nel cortile della sede dell’Istituto cinematografico Antonioni. Due dei 34 ucraini sono risultati positivi: già vaccinati, sono stati isolati dal resto del gruppo, a cui è stato raccomandato un surplus di precauzione. Tra cinque giorni tutti i presenti sul pullman saranno nuovamente sottoposti a tampone di verifica.

Il viaggio

«Hanno lasciato le loro case solo con un trolley e i beni di prima necessità – racconta Massimo Ripamonti, il vicepresidente di Aubam che ha “guidato” la spedizione in Polonia – sul pullman c’era un medico, medicinali, coperte e generi di conforto. Abbiamo fatto diverse soste perché i bambini, che sono stati tutti bravissimi, dopo un po’ si stancano di stare seduti». Sono già tutti assegnati alle rispettive famiglie che li ospitano. «È arrivata tutta la famiglia della “mia bambina”, che abitualmente ospitavo in estate, ma stavolta sono in sei – racconta Ripamonti – noi in casa siamo in quattro e così abbiamo trovato un appartamento dove alloggiarli. Anche il presidente Antonio Tosi rivedrà la sua “bambina” ucraina, ospitata con il Progetto Chernobyl per tanti anni, ormai 34enne e mamma: verrà alloggiata nella casa del cognato. «Questa cosa ci ha cambiato la vita e i ritmi, ma è bellissimo avere una famiglia allargata e sapere che sono tutti al sicuro» confessa una mamma che da dieci giorni sta ospitando quattro ragazzi ucraini.

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