BUSTO ARSIZIO – «Dopo due anni rinchiusi a dipingere senza poter esporre, è una liberazione poter tornare ad essere vicino alla gente con le nostre opere». L’artista Carmelo Todoverto descrive così le sue sensazioni nell’inaugurare, nella sala Ciceri di piazza Santa Maria a Busto, la mostra “Segno, forma, colore”, con cui espone insieme agli artisti Antonio De Blasi, Anny Ferrario e Danila Denti, per sostenere (anche mettendo a disposizione alcune delle loro opere) l’attività della Caritas San Giovanni.
L’inaugurazione
Presenti all’inaugurazione, per l’Arma dei Carabinieri, il capitano Anna Maria Putortì e il luogotenente Francesco Caseri, e i rappresentanti della Caserma NATO “Ugo Mara”, il generale di divisione Nicola Terzano, il colonnello Michele Mastronardi e il tenente colonnello Donato Tesauro, oltre alla presidente del NICIS (l’associazione dei coniugi dei militari) Adele Mastronardi. La mostra è stata realizzata da Caritas San Giovanni, con la regia dell’attivissima Ilaria Pezone, responsabile dei volontari, e con il patrocinio del Comune di Busto Arsizio e il sostegno di alcuni sponsor, tra cui Pasticceria Oscar, Ottica Rocchitelli, Golf Club Le Robinie e Andreella Photo.
La Caritas
L’iniziativa punta a raccogliere fondi per supportare, in un periodo in cui serpeggiano le prime avvisaglie di crisi, l’attività quotidiana di distribuzione di cibo e vestiti che viene fatta dalla Caritas San Giovanni dalla sede di via Pozzi. «Di cosa ha bisogno la Caritas? Di soldi – ammette don Francesco Casati, responsabile del gruppo attivo nella parrocchia del centro di Busto dal mese di aprile del 2020, in pieno lockdown – perché è quello che muove tutto. Poi se qualcuno vuole portare 100 chili di riso o di zucchero va bene, ma purtroppo con niente non si fa niente». Un gruppo che, aggiunge don Casati, ha «la fortuna di avere un po’ di ragazzi giovani, che ci tengono desti».
Le opere
In mostra ci sono una serie di «quadri contemporanei che rappresentano la nostra situazione – sottolinea Carmelo Todoverto – vogliamo cercare di essere vicino alla gente con le nostre opere, dopo due anni in cui eravamo rinchiusi nei nostri studi a dipingere, senza poter esporre. Il che per un artista è un grosso peso. Ora finalmente siamo usciti e ci teniamo a dare una mano a questo gruppo guidato da una persona eccezionale come don Francesco».