Da Villaggio a Marchioni, il grande cinema del Baff si chiude con Neri Parenti

BUSTO ARSIZIO – «Abbiamo aperto con Enrico Vanzina e chiudiamo con Neri Parenti, se ci pensiamo sono due registi che messi insieme hanno totalizzato il 20% degli incassi del cinema italiano». Così Steve Della Casa ha introdotto nella mattina di oggi, sabato 6 aprile, il regista di “Superfantozzi” e “Fracchia la belva umana” in occasione dell’omaggio a Paolo Villaggio a Spazio Festival. L’incontro è stato ospitato nella tensostruttura in piazza San Giovanni. Era presente anche Manuela Maffioli, assessore alla Cultura di Busto Arsizio: «Uno dei punti di forza del Busto Arsizio Film Festival è condividere il più possibile la città e i suoi spazi, anche privati. La cultura diventa così un mezzo per il suo sviluppo».

La differenza tra Fantozzi e Fracchia

«Nei suoi racconti sembra un po’ Gogol, se c’è qualcuno che conosce perfettamente la vita italiana di quegli anni è lui», ha commentato il giornalista Luigi Mascheroni, che ha introdotto l’incontro dedicato a Paolo Villaggio. L’omaggio è nato dalla pubblicazione del libro “Kafka? Qui siamo all’apice della piramide nevrotica ”. De Piante, casa editrice che si occupa di autori del Novecento, ha trasposto su carta un’intervista a lui fatta nel 1975 dalla televisione svizzera, di cui sono stati letti due passi da Matteo Bosurgi. Durante l’incontro Parenti ha ripercorso, intervistato da Steve Della Casa, diversi aneddoti legati ai suoi film: «Sono entrato nella serie di Fantozzi quando era già al terzo capitolo, ho avuto la fortuna di ereditare un patrimonio. Mi ha aiutato anche la tecnologia digitale, che cominciava a diffondersi, e la somiglianza perfetta di Clemente Ukmar, la controfigura, con Paolo. Così perfetta che lo mandava alle prime noiose e non se ne accorgeva nessuno». Ha quindi descritto i due personaggi più famosi creati del comico genovese: «Fracchia è un vile, non combatte. Quando si avvicina a un potente lo fa già da sconfitto. In più è solo, non ha una famiglia, è introverso. Fantozzi invece, a suo modo, è un eroe. Cerca di combattere, ma è inadeguato. In uno dei film infatti dice “sono indistruttibile”, è un combattente».
Alla lettura del secondo estratto, in cui Villaggio, tra gli autori letti, citava Kafka come grande amore giovanile, Parenti, che ne ha ricordato scherzi e intemperanze sul set, ha concluso: «L’abbiamo buttata in caciara ma era un uomo coltissimo e molto intelligente. E, come tutti gli uomini molto intelligenti, un po’ pazzo».

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«La vera casa è la famiglia»

Nella giornata precedente, venerdì 5 aprile, il cinema Lux ha ospitato l’anteprima di “Drive me home” di Simone Catania, presente in sala insieme a all’attore Vinicio Marchioni, il Freddo della serie televisiva “Romanzo criminale”. Il film vede rincontrarsi all’improvviso Antonio e Agostino (Marco D’Amore, l’Immortale di “Gomorra”), amici d’infanzia originari di un piccolo paese siciliano che vivono all’estero da anni. In tanto tempo in cui non si sono visti, molte cose non sono più come erano: il viaggio intrapreso dal Nord Europa con il terzo protagonista, il tir Vulkaan, li porterà a scoprire se la loro amicizia esiste ancora. «Ho vissuto all’estero molti anni, ho voluto raccontare l’esperienza di molti ragazzi che sentono la mancanza della propria terra, e la rivalutazione dei luoghi in cui siamo nati. Nel film si va un po’ alla ricerca di una casa, ma non ne esiste una vera e propria: la vera casa è la famiglia», ha spiegato Catania. «Mi ha convinto il fatto che fosse una storia d’amore maschile: un’amicizia. Rispetto alle donne, noi uomini siamo molto più riservati, chiusi, sui nostri mondi intimi. Invece in questo film si entra interiormente come mai mi era capitato di leggere prima nelle sceneggiature», ha osservato Marchioni. Gigi Farioli, assessore all’Educazione di Busto Arsizio è intervenuto nel dibattito a fine proiezione: «Quello che hanno compiuto all’interno del film è un viaggio in tutti i sensi, sia nello spazio che nel tempo, che fa tornare nel profondo di se stessi. E questa complementarietà dell’amore maschile è una qualcosa di nuovo e significativo».

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