Besozzo, rapina e tentata estorsione: il nipote minorenne scagiona lo zio

VARESE – Sì è deciso ieri, mercoledì 10 maggio, il destino di uno dei due minorenni accusati, insieme ad un coetaneo e allo zio di quest’ultimo di rapina e tentata estorsione. I due adolescenti, classe 2004 e 2006, sono comparsi davanti al Tribunale dei minori di Milano entrambi assistititi dall’avvocato Monica Andreetti. Per uno dei due i giudici hanno stabilito la messa alla prova rinviando la decisione per il secondo ragazzino coinvolto.

La rapina

La vicenda è delicata perché a processo, quale istigatore dei fatti, c’è lo zio 46enne di uno dei due ragazzi. Il quale, però, davanti al Tribunale di Varese si è detto del tutto ignaro dell’accaduto. Ma andiamo con ordine. A dicembre 2022 un ragazzino, coetaneo dei due presunti aggressori, viene affrontato dagli odierni imputati con il volto nascosto da mascherina e cappuccio. I due lo malmenano e lo rapinano dello zaino contenente cellulare e portafoglio.

La tentata estorsione

Finita così? Assolutamente no. La vittima a quel punto riceve un messaggio attraverso il suo account Instagram: «Conosco chi ti ha preso lo zaino, per 200 euro posso aiutarti a riaverlo ma non avvisare le forze dell’ordine, quella è gente pericolosa». La vittima organizza lo scambio al quale sono presenti anche i carabinieri. Al ragazzino a quel punto viene trovato il cellulare dal quale emergono messaggi con lo zio che avrebbe ispirato l’operazione.

Lo zio scgaiontao

Ora i due ragazzi scagiona l’uomo che ha un lavoro, è incensurato, e non ha mai avuto problemi con la legge. Spiega – l’uomo assistito dall’avvocato Oskar Canzoneri – che lavorando di notte e dormendo di giorno il nipote potrebbe aver utilizzato il suo cellulare per auto mandarsi quei messaggi. E i due ragazzi confermano il tutto anche se l’amico del nipote si sarebbe smarcato dall’ipotesi estorsione. Ieri la decisione del Tribunale dei minori di Milano, con la decisione presa, andrebbe a confermare la credibilità di quanto architettato dai ragazzi. Che hanno confermato il tutto anche davanti ai giudici milanesi. Il 30 maggio la sentenza per lo zio che potrebbe tradursi in assoluzione. Anche se il legame di parentela e l’influenzabilità del minore nelle sue dichiarazioni potrebbero rappresentare un problema.

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