Busto: ristorante, bar e spazio espositivo nell’ex Borri. Con l’aiuto dei privati

borri busto antonelli

BUSTO ARSIZIO – Bonificato dall’amianto l’ex calzaturificio Borri, simbolo decadente del passato produttivo di Busto Arsizio, si avvia alla sua completa riqualificazione. Intervento atteso da un paio di decenni, fin da quando l’edificio industriale fu acquistato, più o meno oculatamente, dall’amministrazione civica di allora. Acquisto che suscitò reazioni contrapposte, aprendo da subito il dibattito sul suo riutilizzo. Che ora, con l’attuale esecutivo di Emanuele Antonelli, sembra essere entrato finalmente in dirittura d’arrivo.

Il progetto del Comune

E allora, come intende muoversi Palazzo Gilardoni? Malpensa24 ha girato la domanda al primo cittadino che, dopo una doverosa premessa sull’attuale situazione e sui costi dell’operazione di recupero, sintetizza: “L’idea è di affittarne una parte, circa 600 metri quadrati, per inserirvi un ristorante e un bar. Utilizzando per questo anche la portineria dell’ex fabbrica. Interventi che garantiranno all’ente pubblico un’entrata economica, così da gestire il resto dell’edificio”.
Il resto, cioè? Di nuovo Antonelli: “Pensiamo di adibire alcune sale per le riunioni e le attività municipali. Non uffici, comunque. Infine, una parte verrà riservata per esporre alcune opere”.
Spazi museali? “Diciamo di sì. Per questo ho ricevuto l’interessamento di alcuni privati pronti ad aiutare il Comune”.
Più precisamente? “Per il momento non posso dire altro. Se non che sul Borri, visto che stiamo intervenendo in modo concreto, ora c’è vera attenzione”.
Spazi espositivi per la famosa collezioni Merlini, attualmente ordinata in un palazzo di Venezia a causa del disinteresse di Busto per la sua acquisizione? “No, non esattamente. A suo tempo sarò più esaustivo”.borri busto antonelli

La rinascita dello storico edificio

Per dirla in un altro modo, l’ex Borri sta per rinascere, anche se non tutti i contorni del progetto comunale sono noti. Il sindaco procede coi piedi di piombo. C’è da ritenere che ne abbia reso partecipe la maggioranza di centrodestra o, comunque, la giunta: la delicatezza dell’argomento lo richiederebbe. Al di là degli aspetti relazionali e politici, è giusto prendere atto dell’impegno messo in campo. Cancellati tutti i vecchi progetti di riutilizzo, dalla trasformazione in albergo fino alla realizzazione di una sede scolastica, il recupero dell’ex Borri viaggia sulla spinta economica della contigua Coop, il contestatissimo supermercato in fase di realizzazione. Da lì derivano 1 milione e 100mila euro in oneri, 600 dei quali utilizzati per la bonifica appena conclusa (amianto e demolizione dei vecchi magazzini), la rimanenza destinata ad interventi inderogabili, come il rifacimento del tetto. “Per completare l’intervento – spiega Antonelli – servirebbe all’incirca un altro milione di euro. Dove trovare questi soldi? Confido nell’aiuto dei privati, compresi coloro che gestiranno ristorante e bar. Il mio scopo è di far rivivere il Borri, restituendolo alla città. Non con gli annunci, ma con decisioni vere. Come stiamo facendo”.
Tutto vero. Con un’annotazione scontata: senza il nuovo supermercato, compresa la famosa o famigerata rotonda di viale Diaz, dell’ex calzaturificio Borri ne avremmo sentito parlare per chissà quanto tempo ancora: senza palanche in tasca si può infatti solo parlarne.

Borri busto antonelli – MALPENSA24