Bruno Vespa a Varese: «Berlusconi è tornato per salvare pelle e dignità»

Vespa varese Berlusconi

VARESE – Il prepotente ritorno di Silvio Berlusconi sotto i riflettori viene spiegato da Bruno Vespa in un unico modo: «Salvini non vuole tornare al potere con Berlusconi, dunque il Cavaliere in questo momento è impegnato a salvare la pelle e la dignità. E’ tornato perché se Forza Italia prende il 10 per cento alle prossime Europee torna a essere indispensabile». È questa, secondo il direttore di Porta a Porta, «la vera battaglia» odierna della politica italiana, una partita che, in caso di insuccesso di FI, porterebbe inevitabilmente alla fine del centrodestra così come lo abbiamo conosciuto negli ultimi 25 anni.

Il risveglio della borghesia

Intervistato da Matteo Inzaghi, direttore di Rete 55, Vespa è stato ospite oggi 22 febbraio de “Il Sogno che Va”, format ideato da Rosario Rasizza, presidente di Assosomm e amministratore delegato di Openjobmetis, unica agenzia per il lavoro italiana quotata in Borsa, per portare a Varese momenti di riflessione sui temi di attualità economica, politica e sociale. “L’Italia: le sfide politiche, economiche e sociali del 2019” è il titolo dell’incontro che si è tenuto oggi Da Annetta alla presenza del prefetto Enrico Ricci, del tessuto imprenditoriale provinciale (tra cui l’editore di  Malpensa24 Fabrizio Iseni) e di numerose autorità civili e militari. Presenti anche i big della politica, come l’assessore regionale Raffaele Cattaneo e il senatore Antonio Tomassini. Vespa non sembra credere a una tenuta duratura del governo («Lega e 5Stelle la pensano in maniera totalmente diversa su ogni cosa») e invita a non sottovalutare il fenomeno Salvini: «Ha più follower di tutti i leader europei e più interazioni di Trump». Il giornalista Rai si è detto molto preoccupato per il reddito di cittadinanza («Sono soldi dall’elicottero, pura assistenza») e si è mostrato pessimista per il futuro: «Non cresciamo da 10 anni, ma soprattutto non vedo più le condizioni per sperare. La forza dell’Italia fu il ceto medio, voglio ancora credere in un risveglio della classe borghese che si è sempre opposta a certe derive».

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La nascita del sovranismo

Tra i relatori de “Il Sogno che Va” era presente anche il direttore generale della Fondazione Censis, Massimiliano Valerii, che ha spiegato il successo del sovranismo come inevitabile conseguenza della crisi del 2009. «Negli ultimi dieci anni c’è stata una rincorsa al cash cautelativo, gli italiani hanno 4mila 400 miliardi di euro di liquidità ferma sottratta all’economia reale, ai consumi e agli investimenti. Abbiamo perso la cultura del rischio, il fattore fondamentale dello sviluppo del ceto medio italiano nel Secondo dopoguerra». Il motivo? «La crisi ha svaporato il ruolo dello Stato come garante ultimo delle avventure personali in cui, con fiducia, ci si gettava. Quando lo spread ha raggiunto quota 600 lo Stato ha mostrato l’impotenza davanti a scelte esterne causate dalla continua cessione di sovranità. Davanti a un potere statuale nudo e subalterno i sovranisti vogliono tornare indietro».

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