Busto, Accam: c’è il piano industriale per superare la crisi. I soci lo voteranno online

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BUSTO ARSIZIO – Meno ingombranti, meno rifiuti urbani e un incremento del 20 per cento dei rifiuti ospedalieri. L’inceneritore di Borsano, da quando ha ripreso l’attività di smaltimento dopo l’incendio, non si è più fermato. Anzi, l’impianto ha dimostrato di poter avere un futuro e continuare a giocare un ruolo strategico nel panorama dello smaltimento dei rifiuti. Anche se la società è chiamata a programmare l’attività, gli investimenti, le strategie e soprattutto la sostenibilità economica. E il primo passaggio avverrà venerdì 17 aprile alle ore 17 nell’assemblea dei soci, convocata in remoto dal presidente del cda Angelo Bellora.

Il nuovo piano industriale

Non si è fermato l’impianto, ma nemmeno il lavoro di gestione della società. Chiamata a individuare una serie di strade angelo bellora presidente accamper venire fuori da una situazione pesantissima. E il primo tassello è stato messo sul tavolo: il piano industriale, che verrà illustrato nel dettaglio all’assemblea dei soci tra qualche giorno. E che non prevede ancora l’acquisizione del terreno di proprietà del Comune di Busto. «Operazione – afferma Bellora – alla quale si continua a lavorare. Però la decisione che abbiamo adottato è stata quella di inserire nel piano industriale solo dati certi e consolidati. Per tale motivo il documento è stato costruito seguendo la logica del ripristino e quella del rilancio del società almeno fino al 2027». Il dopo, infatti, merita altri e ben più approfonditi ragionamenti.

E perché Accam non è andato oltre lo spiega il presidente del cda: «Prima di tutto perché questa sarà una decisione che spetta ai soci. Inoltre la priorità societaria è quella di superare tutte le criticità pregresse e quelle derivate dall’incendio». Oltre al fatto che ormai è un dato di fatto l’uscita dall’in house, passaggio non di poco conto poiché costringe la società a ribaltare la logica fino a ora utilizzata. In altre parole: «Andiamo sul mercato», conferma Bellora.

Europower verso la fine del contratto

Era previsto anche nei piani industriali precedenti, ma in quello che verrà presentato l’argomento Europower è stato maggiormente dettagliato. Il contratto con la società di gestione dell’impianto si avvia verso la scadenza (fine 2021). «Da quel momento toccherà alla società gestire l’impianto – continua Bellora – Abbiamo previsto un trimestre sul 2020 per il passaggio tecnico delle consegne, ma valutato anche la questione personale, che già lavora all’impianto per conto del gestore».

Decisivi i pagamenti

La crisi sanitaria in corso ha di colpo derubricato nella scala delle priorità la delicata questione Accam. I sindaci soci, infatti, hanno dovuto affrontare tutta una serie di problematiche ben più urgenti. Ma, come spiega Bellora, i Comuni hanno rispettato i tempi e pagato velocemente. Cosa che ha permesso di scongiurare il pericolo più grande: il default immediato della società. «Inoltre – continua Bellora – abbiamo effettuato tutti i ripristini, a breve aggiudicheremo i lavori per sistemare la prima turbina, dopo di che toccherà anche all’altra. Non solo, ma stiamo anche valutando la possibilità di utilizzare il prestito liquidità inserito nei decreti governativi relativi al Covid-19». Passi in vanti che fanno dire a Bellora a questo punto «ragionevolmente certo di uscire da questa situazione».

Soldi, garanzie e anche idee

La salvezza della società passa proprio da queste parole e da come troveranno concretezza. Le prime due, ovvero soldi e garanzie, vanno quasi a braccetto. «Tutti sanno che ci sono investimenti di fare per 5 milioni di euro a partire dalla caldaia. Ma per poter aprire linee di credito servono anche le garanzie. Ed è su questo che i soci saranno chiamati a decidere e dire in maniera chiara se saranno disposti ad aiutare la società a reperire investimenti».

Servono poi anche le idee, poiché nei prossimi mesi sarà necessario pianificare il futuro che al momento appare meno immediato. Cioè: se il 2027 è la cima, una volta arrivati lì, come “scavallarla”. E su questo Bellora tira un po’ le redini: «In queste settimane ho avuto modo di parlare con i sindaci e non ha fatto pressioni particolari poiché mi rendo conto che Accam, pur essendo un grande problema, è necessariamente passato in secondo piano. Ora però dobbiamo riprendere in maniera assidua rapporti e discorsi, poiché bisogna decidere».

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