Busto, alla convention dei civici irrompono i partiti: «Dialogo possibile»

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BUSTO ARSIZIO – I civici ci sono. Ma a Villa Calcaterra, questa mattina, sabato 16 novembre, c’erano anche i partiti. Poiché il tema non era “gli uni o gli altri”, bensì far dialogare i due poli (quello civico e quello partitico), che oggi a livello locale animano la scena politica. Ma anche porsi in maniera ufficiale come interlocutore nella dialettica politica con i partiti.

Tra i presenti (civici o di partito) c’erano i sindaci Emanuele Antonelli di Busto, Mirella Cerini di Castellanza, Pietro Zappamiglio di Gorla Maggiore, Davide Tamborini di Mornago, Vittorio Landoni di Gorla Minore, Alessandro Paladini Molgora di Angera. Un buon numero esponenti di Forza Italia: il commissario cittadino Gigi Farioli, il consigliere provinciale Marco Riganti, Carmine Gorrasi, Luca Macchi, Ciro Calemme. Il presidente del consiglio di Busto ed esponente del Pd Valerio Mariani, il consigliere provinciale Marco Magrini e gli ex Cinque Stelle Laura Bignami e Gianpaolo Sablich (oggi Movimento X).

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Contarsi e contare

I civici fanno politica. E in politica contare e contarsi sono cose che hanno il loro peso. E lo sanno bene gli organizzatori dell’incontro, ovvero Busto al centro ed Progetto civica. Ma anche alcuni esponenti della politica che erano presenti tra il pubblico di Villa Calcaterra.

C’era da aspettarselo. Sono questi, tempi in cui il vapore dei partiti (di quasi tutti i partiti) viaggia a scartamento ridotto. E la geografia generale in provincia di Varese è fluida più che mai. Aggiungiamo poi che all’orizzonte si prospetta un giro elettorale (nelle grandi città e non solo) e che, seppur non ufficialmente, un po’ ovunque si è già aperta la stagione della propaganda. Certamente a Busto, ma anche altrove. Insomma è tempo in cui oltre che tenere a bada il tetto sopra la propria testa affinché non crolli (Forza Italia), bisogna anche affacciarsi alla finestra, guardare, osservare, ascoltare. Tanto che questa mattina Villa Calcaterra è stata sia luogo di confronto su temi di grande attualità politica come il rapporto tra liste civiche e partiti, ma anche punto di incontro e soprattutto di osservazione. E a confermarlo sono state le presenze. E tra queste, una buona parte, era lì per capire l’aria che tira.

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Pari dignità

Spunti di riflessione ne sono emersi in abbondanza. Anche perché, chi dalla parte dei partiti, che in veste solo civica, tutti hanno sdoganato oltre che la presenza, anche il peso e l’importanza di liste o gruppi (soprattutto a livello di Comuni piccoli, medi e grandi) di natura non strettamente partitica all’interno degli schemi politici e amministrativi. E tutti hanno riconosciuto come i due poli (quello dei partiti e quello dei civici) debbano sempre più dialogare. «Con pari dignità», ha concluso Gian Franco Bottini, uno degli organizzatori dell’incontro.

Le colonne d’Ercole

E’ chiaro che il terreno di gioco più consono per le liste civiche è quello dei comuni o comunque quello in cui il senso di comunità vince sul senso di appartenenza ai partiti. Si può arrivare a giocare la partita a livello provinciale. Ma oltre diventa difficile, complesso. E questo lo hanno sottolineato sindaci ed ex primi cittadini, ma anche consiglieri (ed ex consiglieri) provinciali, i quali hanno portato la loro esperienza.  Perché è chiaro che, più il territorio (e il bacino elettorale) si allarga, più i livelli istituzionali si alzano e più scende il “potere contrattuale” dei civici a scapito dei partiti.

Insomma forza e punti deboli di questo movimento che conta molteplici espressioni, anzi di questo «fermento», come l’ha definito Francesco Anfossi, giornalista di Famiglia Cristiana e moderatore dell’incontro, sono stati messi sul tavolo e approfonditi. «Anche perché – ha evidenziato Anfossi – le liste civiche sono sempre più diffuse, ma non esistono studi approfonditi su questo fenomeno e neppure sondaggi».

Come superare i limiti dei civici e dei partiti

La politica. «Perché è quello il luogo in cui la dialettica tra civici e partiti può trovare una sintesi», ha detto il coordinatore di Forza Italia Gigi Farioli. Ma anche lo spazio «della mediazione», ha aggiunto il piddino Valerio Mariani. Sulla capacità di dialogare sui tavoli regionali e nazionali, un tempo solo ad appanaggio dei partiti, ha parlato Mirella Cerini, sindaco di Castellanza: «E’ questa una sfida per chi è stata eletto e non rappresenta simboli. Che deve tenere aperti collegamenti con i livelli istituzionali superiori a quelli comunali al di là delle appartenenze di “colore”, ma anche essere riconoscibile e identificabile come espressione civica».

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A porre sul tavolo la sfida generazionale è stato il consigliere provinciale Marco Magrini, il quale dopo aver portato la sua esperienza da sindaco, da presidente della Comunità montana e da “tassello” determinante negli equilibri a Villa Recalcati sia con l’amministrazione Vincenzi che Antonelli, sfruttando un interrogativo di Gianpaolo Sablich, ha sottolineato come «civici (ma anche i partiti) si devono misurare e interrogare su come coinvolgere, oltre che quell’elettorato moderato, anche le generazioni anagraficamente più giovani».

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