L’ospedale unico Busto-Gallarate incassa il no di Guzzo e Sinistra Chiara

BUSTO ARSIZIO – «Che l’idea di un ospedale unico tra Busto e Gallarate venga ripresa in corso di una pandemia, di cui ancora non si intravede la fine, può essere sufficiente a gettare sconcerto i tra i cittadini  per l’ennesima volta vittime sacrificali delle opinabili scelte regionali  e locali». Il tema dell’ospedale unico Busto-Gallarate torna alla ribalta e incassa un nuovo no: quello di Chiara Guzzo (nella foto) candidata sindaco de La sinistra Chiara per Busto.

Ospedali come luogo di business

«Se, ad esempio, due attrezzature per la tac a Gallarate e due a Busto non permettono di abbassare i tempi di attesa, come si potrebbe pensare che con un ospedale unico ci possa riuscire? Tutto questo risponde alla logica dei tagli legati all’ospedale come azienda che produce e fa business, ma non come luogo di cura», si legge nel comunicato de La sinistra Chiara per Busto che chiama in causa anche l’ospedale di Legnano: «Inoltre l’appetibilità dei due attuali ospedali non più utilizzabili, posizionati in maniera strategica, in attesa di tempi migliori, sarà occasione per fare speculazione, ripetiamo solo in attesa di tempi migliori – si legge nella nota – A Legnano si è usata la stessa logica,  anche di fronte alla pandemia e alla mancanza di terapie intensive si è preferito spendere milioni per operare in Fiera Milano, risultato della prima ora: 7 posti letto».

Il caso Legnano

«Abbiamo letto strafalcioni come appunto “a Legnano hanno fatto l’ospedale nuovo”. Vero – aggiunge Guzzo – ma contestualmente i servizi, contrariamente a quello che si vorrebbe fare con l’ospedale unico Busto-Gallarate, sono stati mantenuti e implementati con una specifica designazione presso gli altri tre nosocomi facenti capo alla stessa azienda ospedaliera (Abbiategrasso, Cuggiono, Magenta)».

La responsabilità della politica

«E’ ben chiaro che l’ospedale unico, in ottemperanza alla tutt’ora vigente riforma Maroni, significa costruire in debito, a carico della fiscalità generale, sulle spalle di tutti i cittadini Lombardi e cioè più tasse, più ticket – come se quelli che già abbiamo non bastassero –  ed il ricorso di  project financing, con la privatizzazione e monetizzazione dei servizi accessori». Il comunicato de La sinistra Chiara per Busto parla anche di «una speculazione edilizia oltre a  un ennesimo consumo del suolo, con un massacro del territorio di una delle poche are verdi rimaste intorno a Busto ed al Parco del Ticino» e conclude: «La politica si deve assumere la responsabilità di evitare lo sfascio dei  due nosocomi di Busto e Gallarate,  nati  come eccellenze, e potenziando i livelli attuali di prestazioni sia in termini di personale che di reparti che di servizi . E’ urgente rivedere un percorso che ricomprenda I servizi sul territorio e la medicina di base. Ci si domanda  a questo proposito che fine abbiamo fatto I progetti delle case della salute».

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