Busto e Legnano: 2 indagini distinte. Due punti di contatto: Accam e Caianiello

fratus busto legnano accam caianiello

LEGNANO –  «La Lega si schiera da sempre a favore di valori come legalità, onestà e  trasparenza» e chiedendo «a gran voce di fare chiarezza sulla vicenda, ponendo massima fiducia nella magistratura e auspicando pene esemplari per chi approfitta di soldi pubblici per trarne vantaggio personale, ritenendo giusto e doveroso l’azzeramento del Cda e una rivalutazione delle linee, strategiche ed industriali, da seguire alla luce degli ultimi accadimenti». E’ la Lega di Legnano a chiedere fermamente chiarezza sulla situazione di Accam, società con sede a Busto (le polemiche sull’inceneritore permangono da anni) al centro dell’inchiesta Mensa dei poveri, coordinata dalla Dda di Milano, che settimana scorsa ha portato all’esecuzione da parte della Gdf di Busto e dei carabinieri di Monza di 43 misure di custodia cautelare tra le quali quella che ha portato in carcere Nino Caianaiello, plenipotenziario di Forza Italia in provincia di Varese.

Gli affari in Accam al vaglio della procura

E da ieri, giovedì 16 maggio, dopo l’epilogo dell’indagine Piazza Pulita, coordinata dal pubblico ministero di Busto Arsizio Nadia Calcaterra, chiusa dall’arresto del sindaco di Legnano Gianbattista Fratus, del suo vice e ex sindaco Maurizio Cozzi e dell’assessore ai Lavori Pubblici Chiara Lazzarini, la voglia di chiarezza sulla situazione di Accam è ancora più forte. Le indagini Mensa dei poveri, che ha azzerato Forza Italia in Lombardia, e Piazza Pulita, che ha decapitato l’amministrazione di Legnano nascono infatti in modo indipendente. La prima, almeno per quanto riguarda il filone gallaratese, parte dall’indagine che nel 2017 portò all’arresto del sindaco di Lonate Danilo Rivolta (centrodestra). La seconda da un esposto anonimo arrivato in procura (anche se stando a indiscrezioni le segnalazioni, sempre tutte anonime, sarebbero in realtà parecchie). Accam è il primo punto di contatto tra le due indagini, la società è stata annullata settimana scorsa dopo il terremoto Mensa dei poveri, ma anche Legnano aveva degli interessi e su questo filone starebbero facendo accertamenti gli inquirenti bustocchi. L’altro punto di contatto è sempre lui: il Mullah Nino Caianiello, il cui nome spunta anche nell’inchiesta legnanese e anche su questo versante, su dei possibili legami tra i presunti affaristi delle due province sarebbero in corso accertamenti.

busto legnano accam caianiello – MALPENSA24