“Ha salvato la giunta Fratus ma pranzava con Caianiello”

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Carlo Lio, difensore civico regionale, godeva il privilegio di essere invitato a pranzo, con Nino Caianiello ed altri esponenti politici importanti ora arrestati, presso il ristorante “da Berti” vicino al palazzo della Regione, che i conviviali chiamavano ironicamente “mensa dei poveri” e che secondo il Gip del Tribunale di Milano era luogo eletto a base logistica del sodalizio criminale.
Carlo Lio non doveva preoccuparsi del conto, perché veniva pagato da Daniele D’Alfonso, ora incarcerato con l’accusa anche di associazione per delinquere.
L’ordinanza della magistratura afferma che risultano almeno quattro partecipazioni tra marzo e ottobre 2018, del difensore civico a questi convivi, che sempre secondo il Giudice delle indagini preliminari avevano come reale scopo quello di facilitare l’aggiudicazione di commesse pubbliche.
Sfugge la connessione tra il ruolo di difensore civico regionale e queste commesse pubbliche, ma le stranezze emerse su Carlo Lio non finiscono qui.
Risalgono quantomeno alla sua nomina al delicato ed importante ruolo di difensore civico, quando pur essendo privo di laurea è stato chissà come preferito agli altri concorrenti laureati.
Forse la carenza di studi e di cultura giuridica può spiegare il salvataggio della giunta Fratus, effettuato dal difensore civico e avvenuto in totale carenza di potere e con modalità decisamente strane.
Lio ha provveduto nominando Marzio Maccarini quale commissario ad acta, nonostante che il Prefetto di Milano il 28 Marzo 2019 avesse scritto che doveva essere sciolto il consiglio comunale a seguito delle dimissioni della maggioranza dei suoi componenti.
Marzio Maccarini, quale vicesegretario del Consiglio Regionale, avrebbe dovuto ottenere l’autorizzazione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale per accettare l’incarico di commissario. Non c’era però tempo, perché stava scadendo il termine ultimo per l’approvazione del bilancio e il Consiglio Comunale era paralizzato. Incombeva quindi la fine della Giunta Fratus.
Allora il commissario, incaricato da Lio, l’11 Aprile 2019 e cioè il giorno stesso della sua nomina ha deliberato la surroga di un consigliere dimissionario, ripristinando il numero minimo per l’operatività del consiglio comunale.
Solo dopo alcuni giorni il 15 Aprile è stata portata all’ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale la delibera che avrebbe autorizzato Maccarini a svolgere l’incarico conferito dal difensore civico e a procedere nei successivi sessanta giorni alla surroga.
Il difensore civico e il suo commissario immaginavano addirittura di riuscire ad ingannare l’ufficio di Presidenza, che invece ha scoperto la macchinazione e si è limitato alla presa d’atto senza rilasciare l’autorizzazione richiesta.
Queste storie bizzarre e altre altrettanto strane della Giunta Fratus potrebbero ispirare opere cinematografiche di vario genere, da quello comico e surreale del tipo “Cetto la Qualunque” a quello drammatico del capolavoro “Le mani sulla città”.
I legnanesi però ne farebbero volentieri a meno.

Comitato Legalità Legnano

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