Busto, Rogora insulta il Re. Ma Fratelli d’Italia finge di non saperlo. E nella Lega…

BUSTO ARSIZIO – Caso chiuso? Per la politica di Busto Arsizio che tiene in conto le opportunità, certo che sì. Ma soltanto in apparenza. Perché, per il “caso Rogora”, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia che ha lanciato strali contro la giunta di centrodestra, il fuoco arde sotto la cenere. Motivo? Un sms postato in una chat della maggioranza di Palazzo Gilardoni dallo stesso Max Rogora in cui, all’indomani del consiglio comunale durante il quale aveva “alzato la voce” beccandosi la reprimenda del primo cittadino Emanuele Antonelli, va sul pesante. Anzi, sul pesantissimo, pronunciando epiteti contro… il Re.

Il post di Rogora

Chi sia il monarca a cui allude villanamente ci sembra scontato. Lui, Rogora, ha poi rilasciato dichiarazioni che minimizzano; di più, giustificano la sua presa di posizione attraverso la metafora del calciatore che si arrabbia con l’allenatore che lo sostituisce; insomma, un gesto d’impeto che non deve avere conseguenze. Infatti, i vertici cittadini di Fratelli d’Italia si sono limitati a una tiratina d’orecchi verso il loro iscritto, passato armi e bagagli con i meloniani dopo una lunga militanza nella Lega, con la quale era entrato in rotta di collisione, pare per una questione di poltrone negate.

“Siamo la destra”

In altri tempi, l’uscita improvvida e, lasciatecelo dire, offensiva verso la figura istituzionale del primo cittadino (anche se non è mai nominato), avrebbe sortito ben altre conseguenze. Qui entrano in scena le opportunità a cui accennavamo nell’incipit. Fratelli d’Italia briga da tempo per avere un assessore in più nell’esecutivo. Il partito si fa forte dei consensi ottenuti alle elezioni politiche e regionali e, soprattutto, sul numero dei consiglieri nell’assemblea civica: dopo l’”acquisto” di Rogora, uno in più degli alleati/avversari della Lega, che di assessori ne ha invece ben tre. Se Rogora si dimettesse o, meglio, traslocasse nel gruppo misto, l’obiettivo del rimpasto a favore dei Fratelli rischierebbe di andare in fumo. Ergo, conviene abbozzare alle intemperanze del ribelle, decretando per lui, seppure riconosciuto da sempre un politico ingestibile, una banale nota di biasimo. Ma c’è chi eccepisce, chi non sarebbe d’accordo con questa politica della manica larga, e vorrebbe una maggiore incisività: “Siamo la destra”. E così soffia sul fuoco, e chiede provvedimenti risolutivi.

Assessori contro

La stessa incisività sulla quale batte il chiodo, naturalmente sotto traccia, qualcuno degli assessori leghisti e non solo, decisi a ribaltare a loro uso e consumo la giunta. In che modo? Secondo gli spifferi che si sentono un po’ dappertutto negli ambienti politici, cacciando i colleghi che, secondo il parere della fronda che c’è ma non si appalesa, hanno visibilità e consensi in città. Insomma, gli assessori che non risponderebbero alle logiche del “qui comando io” e, per di più, insidierebbero l’ego personale di altri. Una partita che si gioca (giocherebbe) soprattutto in casa Lega, ma che coinvolge altri esponenti della maggioranza e rischia di ripercuotersi sull’operato dell’intero esecutivo.

Nessun rimpasto

A fronte di tutto ciò, il boccino è nelle mani del sindaco Antonelli. Il quale sembra traccheggiare, ma non a caso. Pare non voglia sentir parlare di rimpasti, perlomeno in questo frangente con la serie di decisive vicende amministrative aperte, a cominciare dalle opere del Pnrr. Il primo cittadino rifugge le grane per beghe più da cortile che di vera politica (ah, i “personaggetti” a cui fa spesso riferimento il governatore De Luca). Ne andrebbe dell’immagine complessiva del suo operato, lui decisionista che, nello specifico, si appella al famoso divide et impera, che sarà anche disdicevole, ma in certi frangenti è un toccasana.

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