Niente biglietto integrato treno-metro a Busto, il PD svela la beffa

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BUSTO ARSIZIO – Il biglietto integrato treno-metropolitana è una beffa per i pendolari bustocchi. La denuncia del PD in consiglio comunale: “poco lungimirante il no alla Città Metropolitana”.
La novità dell’integrazione tariffaria tra il treno e i mezzi pubblici all’interno dell’area metropolitana milanese, introdotta nello scorso mese di luglio, non riguarda solo l’aumento del ticket della Metro da 1,50 a 2 euro, ma tocca da vicino anche chi dalla provincia prende il treno per il capoluogo di regione.

Niente biglietto integrato da Busto

Per i bustocchi, in particolare, si è trasformato in un modo ulteriore per marcare la distanza che separa la provincia dalla città metropolitana. Traducendosi, in modo molto pratico, in una vera beffa gli utenti bustocchi del trasporto pubblico.
Il paradosso, infatti, è che oggi, grazie al biglietto integrato, andare a Milano da Legnano, appena oltre il confine amministrativo che separa i due enti di secondo livello, costa 3 euro e 60 e comprende biglietto del treno e della metropolitana per un totale di 150 minuti di viaggio senza limiti (in metro si può anche salire, scendere e poi risalire), mentre chi sale in carrozza a Busto Arsizio, con la stessa destinazione e percorrendo appena 5 chilometri di binari in più, paga quasi il doppio, ben 6 euro. Ovvero, 4 euro per il biglietto ferroviario e 2 per quello ATM dei mezzi pubblici milanesi. Per un viaggio andata e ritorno la differenza tra Busto e Legnano è di ben 4 euro e 80. Rendendo addirittura conveniente, per un bustocco, compiere separatamente la tratta RFI verso Legnano che, tra andata e ritorno, costa 2 euro e 80. Proprio così, con buona pace della storica rivalità con la città del Palio: si spende di meno se si sale a Busto FS (dove tra l’altro c’è ampia disponibilità di spazi di sosta gratuita per chi arriva in stazione col proprio mezzo privato), si scende alla stazione di Legnano, si acquista il biglietto integrato e si risale sul treno per Milano, con la possibilità di accedere, una volta scesi, all’Intera rete della Metropolitana Milanese.

La denuncia di Brugnone

brugnone supermercati verde busto treniA sollevare il caso in consiglio comunale è stato l’esponente del PD Massimo Brugnone, prendendo di mira la “sbagliatissima scelta” del centrodestra bustocco “di non abbandonare la provincia leghista per eccellenza” quando ce ne fu occasione, ai tempi della riorganizzazione promossa dal governo Monti, “mentre l’allora sindaco Farioli, lungimirante, guardava alla Città Metropolitana di Milano”. Compiendo quella scelta “strategica”, ricorda Brugnone, Busto sarebbe stata inserita a pieno titolo nell’innovativo (e conveniente) processo di integrazione tariffaria del trasporto pubblico, consentendo agli utenti delle stazioni di utilizzare il biglietto integrato. Non solo, “sarebbe stata la seconda città più grande della Città Metropolitana, invece così rimaniamo fermi e immobili”.

Il caso degli abbonamenti solo treno

Ma c’è un altro problema che tocca molti pendolari, anche bustocchi, come conseguenza diretta del processo avviato a Milano: “Come si sta attivando l’amministrazione per evitare la cancellazione degli abbonamenti solo treno?” ha chiesto l’altra consigliere PD Cinzia Berutti. Riferendosi al rischio di un’ulteriore beffa per i rincari sugli abbonamenti dei treni, che dal primo ottobre verrebbero parificati all’insù per adeguarli alla novità del biglietto integrato, anche per chi non utilizza i mezzi pubblici milanesi ma esclusivamente il treno. Per ora valgono le rassicurazioni espresse nei giorni scorsi dall’assessore ai trasporti di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi, che ha annunciato che Trenord attuerà “meccanismi compensativi” che copriranno integralmente i rincari per i pendolari che continueranno a utilizzare solo il treno.

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