Infortunio sul lavoro a Cantello. Travolto da una frana: nessuno è colpevole

CANTELLO – Stava lavorando in una buca, scavata all’interno di un cantiere in località Gaggiolo, frazione di Cantello, per posizionare alcuni collettori fognari, quando all’improvviso il terreno sopra la sua testa aveva iniziato a franare e l’operaio, 44 anni di origine albanese, era stato travolto e aveva perso i sensi.

Un infortunio costatogli la frattura dell’anca, con vari traumi all’addome e al bacino, ma per il quale le persone finite a processo, due legali rappresentanti di altrettante aziende e il coordinatore della sicurezza sul luogo dell’incidente, accusati di lesioni colpose e violazione del testo unico sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori, sono state assolte dal Tribunale di Varese. Per non aver commesso il fatto.

Le conseguenze per l’operaio

Un fatto che risale al mese di dicembre del 2016, quando in località Gaggiolo era in corso l’opera per realizzare un nuovo collegamento ferroviario tra Valceresio e Svizzera, e che ha avuto delle conseguenze che la vittima dell’infortunio paga ancora oggi. L’uomo, infatti, è stato costretto a cambiare lavoro a causa dei problemi fisici dovuti ai danni riportati a seguito della frana, che ritiene sia stata provocata da uno scavo eseguito senza rispettare le coordinate del progetto, soprattutto per quanto riguarda l’inclinazione della parete rocciosa.

«Un evento imprevedibile»

Gli avvocati difensori, nella discussione del processo in cui l’operaio si è costituito parte civile, chiedendo tramite il suo legale un risarcimento di 100 mila euro, che gli è stato negato, hanno invece sostenuto una tesi completamente diversa: in quel cantiere tutti i rischi erano stati valutati in modo accurato. Al momento della frana i lavori si stavano avviando verso la conclusione, e fino a quel punto non erano stati segnalati pericoli. Dopo l’incidente, inoltre, le modalità di lavoro non erano state alterate. In sostanza, per le difese, si è trattato di un «evento imprevedibile», perché quel cantiere «era gestito in maniera adeguata».

La causa civile

Dopo il verdetto del procedimento penale, nel quale il pubblico ministero aveva chiesto tre mesi di reclusione per gli imputati, la vicenda verrà rivalutata in sede civile, ha fatto sapere l’avvocato dell’operaio, licenziato nel 2019 dopo un cambio di mansioni nella ditta per cui lavorava, e pochi mesi dopo aver intrapreso un percorso farmacologico e di psicoterapia legato alla diagnosi di disturbo post traumatico da stress.

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