Carcere di Busto, La Valle di Ezechiele ora è anche OdV: presidente è Stefano Binda

I volontari de La Valle di Ezechiele OdV. Al centro Stefano Binda

BUSTO ARSIZIO – Si è costituita La Valle di Ezechiele OdV (Organizzazione di Volontariato): una nuova associazione di volontari a servizio delle persone recluse nel carcere di Busto Arsizio, dei loro familiari e delle attività religiose del cappellano, don David Maria Riboldi. A presiederla sarà Stefano Binda, detenuto ingiustamente per 1286 giorni per il delitto di Lidia Macchi, prima di essere assolto con formula piena in Appello e in Cassazione. «L’associazione – rivela don David – sarà la casa dei volontari che vorranno mettersi a servizio delle persone recluse in via per Cassano 102 e delle loro famiglie».

Dalla cooperativa “nasce” la OdV

Dopo la Società Cooperativa, con sede nel carcere bustocco e un capannone operativo a Fagnano Olona (inaugurato dalla Ministra Marta Cartabia il 25 ottobre 2021) «la profezia del capitolo 37 del testo biblico di Ezechiele ha generato una nuova realtà, non lavorativa, ma assistenziale: un’organizzazione di volontariato». Ad annunciarlo è il fondatore, don David Maria Riboldi, cappellano della Casa Circondariale di via per Cassano. Si tratta di una realtà «figlia della cooperativa: vuole esserne il ramo associativo, offrendo ai molti che ne condividono le finalità, modalità per esserne parte: tesserandosi e/o offrendo il proprio tempo, per entrare in carcere quale volontario, in aiuto ai bisogni delle persone ristrette nel penitenziario bustocco».

Il nuovo direttivo

La Cooperativa è presente per Statuto nel direttivo della nuova associazione: a rappresentarla in questo primo mandato l’attuale vicepresidente della Coop, Anna Bonanomi. La nuova associazione invece prende l’eredità di quella storica nel territorio di Busto Arsizio che ha recentemente chiuso i battenti, dopo decenni di attività a servizio dei carcerati e delle loro famiglie. La vicepresidente di quella è diventata la Vice Presidente della nuova associazione: Valeria Raddrizzani. Affiancherà il presidente de La Valle di Ezechiele OdV, Stefano Binda. «L’ho conosciuto che era ancora ergastolano: condannato per l’omicidio di Lidia Macchi – ricorda don David – assolto poi con formula piena in appello e in cassazione, dà oggi valore ai suoi 1286 giorni di ingiusta detenzione mettendo la sua “esperienza intramuraria” a servizio di quanti vi incappano oggi. Magari qualcuno ingiustamente, come lui». 

L’esperienza di Stefano Binda

«Non tutti sanno che – aggiunge il cappellano del carcere – Stefano visse i suoi anni “dentro” totalmente a servizio degli altri, dando vita allo “sportello amico”, dove nacquero istanze, lettere, domandine, curriculum… Ha sempre messo a disposizione se stesso per quanti non fruivano del dono di aver potuto studiare. La sera della sua scarcerazione, quando tutti avevano visto la notizia al TG, l’ispettore di turno dovette cedere a un’insolita violenza: far fare “il giro dei saluti” del “liberante” non solo alla propria sezione, com’è prassi, ma anche a tutte le altre, perché ognuno voleva salutare e ringraziare Stefano, per il tanto bene ricevuto. Lui vi torna oggi in veste di Presidente di una nuova associazione di volontariato». Il neopresidente è contattabile via mail: presidenteodv@lavallediezechiele.org. «Io personalmente sono lieto di questo secondo passo, che potrà dare casa anche a tutte le attività religiose da me promosse in quanto cappellano – rivela don David – primo fra tutti il catechismo, non ancora ripartito dopo il Covid, e i gruppi di giovani per animare le Sante Messe domenicali».

Ci sarà anche il Garante

Don Riboldi fa poi notare la «curiosa sincronia rispetto al bando, ad oggi in corso nel comune di Busto Arsizio, per la nomina del garante dei diritti delle persone detenute». Come unica Organizzazione di volontariato a servizio dei carcerati sul territorio, La Valle di Ezechiele OdV aprirà le sue riunioni al Garante, che – è stato già riferito all’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni – avrà sempre diritto di partecipare. «A servizio della cittadinanza e in piena sinergia coi progetti di inclusione sul territorio». I volontari dell’associazione s’impegneranno a varcare i cancelli del penitenziario sia per sopperire ai tanti bisogni di accudimento concreto (dai vestiti ai docciaschiuma ai soldi per ricaricare la tessera telefonica), sia mettendosi in ascolto dei mali dell’anima, che hanno trascinato una persona dietro le sbarre». Il prossimo passo dell’associazione, dopo gli adepimenti formali, sarà presentarsi ufficialmente alle istituzioni carcerarie.

busto arsizio carcere stefano binda – MALPENSA24