Rosiello svela: nei boschi di Cardano una discarica coperta da un metro di terra

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CARDANO AL CAMPO – Nei boschi di Cardano al Campo, nell’area compresa tra l’ex cava e la Pinetina Agusta, c’è nascosta sottoterra da oltre trent’anni una discarica. Lo ha svelato l’assessore ai Lavori pubblici Vito Rosiello durante l’ultimo consiglio comunale. «Nel 1985, quando io ero già assessore, c’era lì una discarica di rifiuti solidi urbani che non abbiamo potuto rimuovere. Sono dunque stati ricoperti da un metro e mezzo di terra e sono stati lasciati lì. Con tutti i rischi del caso».

Il buco nel bosco

Rosiello ha reso nota la presenza dei rifiuti nascosti sottoterra durante il dibattito sul futuro dell’ex cava, l’immensa area verde comprato 10 anni fa dall’allora amministrazione Aspesi con l’obiettivo di scongiurare nuove escavazioni e trasformarla in un parco naturalistico che venne chiamato “Oasi della brughiera”. Il progetto non si è mai concretizzato e, secondo Rosiello, sono stati spesi soldi inutilmente. «Sono stati buttati via 800mila euro per un buco che non salvaguardia nessuno».
La posizione critica della maggioranza cardanese (Lega, Fratelli d’Italia e Civici per Cardano) è stata messa nero su bianco nel Dup (Documento unico di programmazione), che nel capitolo intitolato “Recupero Cava” cita testualmente:

 Il Comune di Cardano al Campo si trova ad essere proprietario dell’ex cava, sita all’interno della brughiera e posta nelle vicinanze del principale pozzo dell’acqua potabile.

Anche se a nostro avviso è stata una scelta scellerata quella di acquistare quel sito, di spendere dei soldi inutili visto che, per come conformata e per la posizione che occupa, nessun proprietario, sia esso pubblico che privato, avrebbe potuto farci niente, saremo chiamati a trovare soluzioni che da una parte possano effettivamente finalizzate alla semplice restituzione all’ambiente di un qualcosa diverso da un “buco” sempre più rischioso per il sottosuolo e quindi anche per la principale fonte idrica della zona e dall’altra che ci faccia quantomeno recuperare tutto o in parte i soldi spesi che non sono solo quelli dell’acquisto.

La zona boscata che la contiene la cava è la nostra barriera che si frappone tra il tessuto abitato e il sedime aeroportuale di Malpensa e ne costituisce un filtro ambientale essenziale per l’equilibrio ecologico del Comune.

Il processo degli interventi dovrà essere graduale, anche in collaborazione con il Parco del Ticino, per il recupero del sito e delle aree limitrofe. Chi propose ed eseguì l’acquisto avrebbe dovuto ricordare che poco distante da quell’”OASI” (così fu definita) a un centinaio di metri, fino agli anni ’80 esisteva una discarica di rifiuti domestici di ogni tipo e genere che, una volta stracolma, fu coperta da uno strato di terra di circa un metro e la coltre fu ripiantumata.

Verranno opportunamente valutati gli esiti delle caratterizzazioni ed indagini geologiche del sito effettuate tra il 2018/2019.

La difesa di Proto

Il consigliere di opposizione Vincenzo Proto, ai tempi dell’acquisizione della ex cava era assessore all’Ambiente e per questo ha difeso la scelta compiuta. «L’acquisto è costato 499mila euro e non 800mila per un progetto di recupero e tutela in accordo e sotto stretta visione del Parco del Ticino. Esattamente il contrario di quanto avvenuto con il disboscamento dell’area feste da voi compiuto, dove il Parco invece lo avete insultato via social». Anche la capogruppo di “Cardano è” Paola Torno, seconda forza di opposizione, ha difeso l’acquisto dell’ex cava. «Plaudo a chi ha acquisito quel buco, così come lo chiamate voi, preservando l’intera area».

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