Cardano, c’è l’accordo. Universiis paga i debiti e lascia la Casa Paolo VI

Cardano casa paolo sesto

CARDANO AL CAMPO – C’è l’accordo. Gli attuali gestori della Casa Paolo VI sono pronti a lasciare la social housing di piazza Mazzini che gestiscono dal 2014 e a far fronte ai debiti accumulati che negli anni hanno raggiunto quota 450mila euro. Una volta chiusa questa partita, sarà compito dell’amministrazione comunale ripensare totalmente l’utilizzo della ex Villa Usuelli che, nella sua prima gestione sperimentale dedicata alla terza età, si è rivelata un fallimento. Una serie di concause non ha mai consentito alla struttura di trovare un equilibrio economico basato sulle reali condizioni di mercato.

 L’accordo 

L’atto di transazione risolutiva tra il Comune di Cardano, la società Universiis e la fondazione Il Melo è stato approvato durante l’ultimo consiglio comunale. Si tratta di un secondo passaggio, dopo che la controparte ha richiesto la modifica del documento originario, relativamente alla possibilità di costituire garanzia mediante fidejussione assicurativa o bancaria. Si pone dunque fine al contenzioso legale –  che era sfociato in un decreto ingiuntivo – con l’impegno di Universiis a pagare al Comune la somma di 450mila euro in tre tranche entro i prossimi 24 mesi. 

Il futuro 

Alla sottoscrizione della transazione risolutiva, con la risoluzione del contratto concessorio, non tutti gli ospiti che risiedono oggi nel contesto protetto della Casa Paolo VI potranno permanervi. I Caregiver e l’ospite autosufficiente, per esempio, dovranno fare rientro al rispettivo domicilio di provenienza, mentre chi lo accetterà potrà essere accolto nella struttura del Melo di piazza Risorgimento di Gallarate. Torneranno in capo al Comune anche una serie di spazi pubblici, come il parco Usuelli e i locali commerciali al piano terra. Una volta chiusa la parentesi Universiis l’amministrazione comunale dovrà ripensare la gestione complessiva dell’immobile, a partire dagli appartamenti (si tratta di dodici alloggi per anziani con limitate fragilità e sedici di edilizia residenziale pubblica) e dal riutilizzo degli spazi comuni. Tra le ipotesi al vaglio c’è quella di riconvertire parte del piano terra a uffici comunali. In fase di valutazione anche l’idea, vecchia di oltre dieci anni e poi accantonata per una serie di impedimenti tecnici, di trasformare il grande sottotetto in sala consigliare. 

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