Cassano, Mazzucchelli: «In maggioranza mi insultano». Caos in aula, poi si scusa

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CASSANO MAGNAGO – Si alza, esce dall’aula. Quando rientra, vota a sentimento. Qualche volta proprio non si esprime. E se lo fa, dice tutto: se la prende con l’assessore Massimo Zaupa, mette sotto torchio l’assessore Rocco Dabraio, spesso si dissocia platealmente dalle proposte della maggioranza. Daniele Mazzucchelli è un cane sciolto. L’ha dimostrato ieri, 28 novembre, in consiglio comunale a Cassano Magnago. Con tanto di gesto di ribellione: cancella il nome della Lista Poliseno – gruppo di cui fa parte e prima forza che sostiene il sindaco Pietro Ottaviani – dal cavaliere da tavolo che indica il suo posto in aula (nella foto sopra). «Difficile sentirmi parte di questa coalizione», il commento a margine. «Scrivilo pure: mentre andavamo in riunione mi sono preso del cretino e del pagliaccio da Dabraio». Sbollita la rabbia, ha affidato ai social le scuse pubbliche: «Ho sbagliato».

Mazzucchelli senza freni

In aula, la prima metà dell’ordine del giorno è stata affrontata con lo stesso spirito dell’ultima volta: un consigliere d’opposizione de facto, che dice la sua liberamente ma senza grandi clamori. Poi è arrivato il tema delle indicazioni operative riguardanti gazebi e pergolati, sfociando nel caos. Una questione (anche) professionale per Mazzucchelli, che ha elencato una serie di «grosse criticità», bollato alcuni passaggi come «falsi», evidenziato il rischio di «danno ai commercianti». E così via. Ne sono nati botta e risposta e prese di posizione, al punto che Edoardo Franchin (Fratelli d’Italia) a metà seduta ha chiesto una riunione di maggioranza con l’obiettivo di calmare un po’ gli animi. Anche se i toni della discussione all’interno della saletta sono stati tutt’altro che sereni. Per Mazzucchelli, infatti, è stato l’inizio di un consiglio comunale da indipendente.

Il giorno dopo, sono arrivate le scuse: «In una serata che si era aperta con un bellissimo intervento che invitava al rispetto, abbiamo dato un cattivo esempio. Sarebbe troppo facile giustificarmi con “sono stato provocato” oppure “l’ho fatto per difendermi”. Chiedo scusa».

L’intesa con la minoranza

Oltre a Mazzucchelli, anche l’altro consigliere dissidente Roberto Saporiti ha lasciato l’aula al momento della votazione del punto. Seguito, a ruota, da tutta la minoranza. Se infatti la maggioranza traballa, l’opposizione osserva e rincara la dose. Il capogruppo del centrosinistra Tommaso Police, d’altronde, è già stato chiaro quando ha detto che il suo obiettivo è «allargare sempre di più la squadra, senza badare solo alle appartenenze politiche». Fatto emerso in più occasioni, ieri. Vale per la mozione sui collegamenti in streaming di consigli e commissioni, presentata da Police e passata grazie al sostegno dei tre ribelli (Mazzucchelli, Saporiti e Franchin). Vale per la mozione – proprio di Franchin – sulla possibilità di discutere e implementare il servizio di trasporto pubblico in città, trovando anche l’appoggio delle opposizioni. Senza dimenticare ciò che non viene detto: gli sguardi complici che in politica parlano forte. E che, in questo caso, sembrano già disegnare un asse Police-Mazzucchelli.

La maggioranza traballa

La maggioranza, per ora, guarda e si limita al commento amaro. «Mi è dispiaciuto molto lo spettacolo a cui abbiamo assistito questa sera», ha detto il primo cittadino. Che ha voluto prendere parola soltanto verso la fine dei lavori: «Giusto che tutti si esprimano, ma dovremmo imparare a controllarci un pochino». Ora la tensione è palpabile. Con la squadra al governo che mostra sempre più i segni delle difficoltà. L’ipotesi clamorosa, infatti, c’è ancora: che la quota ribelle – in accordo con le opposizioni – presenti le dimissioni per far cadere la giunta. Anche se, per il momento, il percorso intrapreso sembra essere un altro: non staccare ancora la spina e avere le mani libere per tenere in scacco la squadra di Ottaviani su ogni singola decisione. Come ieri.

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