Cassano, la maggioranza scricchiola. Ora Ottaviani rischia davvero

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Da sinistra: il sindaco Pietro Ottaviani, Daniele Mazzucchelli, Edoardo Franchin, Roberto Saporiti

CASSANO MAGNAGO – Cosa si nasconde dietro l’atteggiamento di Daniele Mazzucchelli? Nell’ultima seduta in Villa Oliva l’esponente della Lista Poliseno si è comportato come un consigliere d’opposizione, facendo riemergere quelle tensioni che dall’inizio del mandato di Pietro Ottaviani si sono presentate a singhiozzi. Ma è solo la punta dell’iceberg. Una crisi profondissima che adesso rischia di deflagrare, quando mancano ancora tre anni e mezzo prima che Cassano Magnago sia di nuovo chiamata al voto. Un’eternità.

I precedenti

Una maggioranza che è nata male. I mal di pancia sono stati evidenti fin dall’inizio. A cominciare dalla spartizione dei posti in giunta, frutto di promesse che per qualcuno si è trasformato in uno sgarro. È il caso di Edoardo Franchin e delle sue aspirazioni mancate, una sconfitta personale che l’esponente di Fratelli d’Italia non ha mai digerito. Lo fece notare in aula alla presentazione delle linee programmatiche, pretendendo maggiore considerazione per il proprio partito. Vale per Roberto Saporiti (Lista Poliseno) che a inizio mandato ha collezionato diverse assenze in aula, fino a dimettersi da coordinatore della Protezione civile. Ci sono poi gli scivoloni: luglio 2022, la maggioranza non riuscì a garantire il numero legale in aula (si doveva discutere delle vicende Sieco) e le opposizioni decisero di non accomodarsi al loro posto. Facendo saltare la seduta. E ancora: la querelle su Salvatore Maida, nominato a capo della Cms, che ha sollevato un polverone polemico. Un’altra questione mai risolta così come i tanti temi amministrativi, le promesse disattese e i ritardi sollevati da Mazzucchelli nell’ultima seduta.

Lo scenario

Generalmente, gli attriti di inizio mandato per la spartizione dei posti si risolvono subito. A Cassano invece si accumulano. Lo dimostra “l’opposizione” fatta da Mazzucchelli, che adesso può essere decisivo. Sì, perché in politica servono i numeri per portare avanti una battaglia. E ora i numeri ci sono. Tutto parte dalle dimissioni obbligate di Veronica Romano (che ha accettato un incarico in Regione Lombardia incompatibile con la carica cittadina) che hanno offerto a uno scontento Mazzucchelli l’opportunità di tornare in consiglio comunale e togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Il risultato? Franchin, Saporiti, Mazzucchelli: basterebbero loro tre per staccare la spina in qualsiasi momento e mandare a casa sindaco e giunta. Pare, inoltre, che persino il capogruppo Andrea Pisani stia valutando che direzione prendere. E non è escluso che possa unirsi alla quota ribelle della maggioranza.

Cosa si rischia

Ora cosa succede? L‘ipotesi più clamorosa è che venga meno la maggioranza e si arrivi – in accordo con le opposizioni – a presentare le dimissioni per far cadere la giunta. Vorrebbe dire tornare al voto già il prossimo giugno, se la situazione degenerasse in tempi brevi. Un’altra possibilità è che la quota ribelle decida di non staccare la spina ma di far valere il proprio peso, mettendo in seria difficoltà Ottaviani in ogni singola decisione da prendere. In questo modo i consiglieri dissidenti avrebbero le mani libere per prendere le decisioni in aula, come indipendenti. Insomma, così facendo potrebbero tenere in scacco la maggioranza fino a fine mandato.
Non è nemmeno escluso che nascano nuovi progetti, provando a coinvolgere le attuali opposizioni e persone dalle inclinazioni politiche differenti. Un’ipotesi che spiegherebbe anche la decisione di Tommaso Police (oggi capogruppo del centrosinistra) di rassegnare le dimissioni da segretario cittadino del Pd. D’altronde, come riporta la nota diffusa dal partito in occasione del congresso, «la volontà espressa dallo stesso Police è quella di allargare sempre di più la squadra, senza badare solo alle appartenenze politiche e tenendo sempre vivo il dialogo con tutti i gruppi di minoranza (e non solo). Con uno slancio trasversale e più civico». Un messaggio che poteva risultare criptico. Ma che oggi assume tutto un altro significato.

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