Crisi politica a Cassano, mancano 19 giorni per conoscere il destino di Ottaviani 

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Il sindaco di Cassano Pietro Ottaviani

CASSANO MAGNAGO – C’è una data destinata a essere spartiacque fondamentale del primo mandato di Pietro Ottaviani in fascia tricolore. Il prossimo 24 febbraio «è il termine ultimo previsto dalla vigente normativa entro il quale devono verificarsi le condizioni che rendono necessario il rinnovo dei consigli comunali per motivi diversi dalla scadenza naturale, ai fini dell’inclusione nel “turno di primavera”». Così recita la circolare del ministero degli Interni, che traslata nella città di Cassano Magnago – dove da mesi è in atto una profonda crisi politica in maggioranza – si traduce in un solo modo: mancano 19 giorni per mandare a casa il primo cittadino e tornare alle urne già il prossimo 9 giugno. Se invece Ottaviani supera questo scoglio, le elezioni anticipate diventerebbero uno spauracchio decisamente meno temibile e per lui e per chi lo sostiene potrebbe iniziare la discesa. 

Sporcarsi le mani

Dudi Franchin di Fratelli d’Italia e i civici Roberto Saporiti e Daniele Mazzucchelli: sono tre i dissidenti che da mesi tengono sul filo del rasoio la maggioranza e che, se volessero, insieme alle minoranze avrebbero già i numeri per porre fine anticipatamente alla legislatura. Ma non sono gli unici che guardano con interesse al 24 febbraio. L’ex vicesindaco Osvaldo Coghi (Forza Italia), oggi in opposizione, medita la vendetta sin dalla sconfitta al ballottaggio e anche la Lega non vedrebbe l’ora di tornare a governare nella città che è la sua Betlemme ma che da troppo tempo la vede ai margini della scena. 
Lontano dai riflettori stanno seguendo con molta attenzione l’evolversi della situazione l’ex sindaco Nicola Poliseno e Angelo Palumbo che, si dice, abbiano già una voglia matta di tornare in pista, soprattutto dopo l’assoluzione dell’ex consigliere regionale nel processo “Mensa dei poveri”. Per il peso che hanno avuto negli ultimi 15 anni e per l’influenza sulla città che ritengono di avere tuttora, è evidente che il ruolo di kingmaker dell’attuale alleanza di governo Lista Ottaviani-Progetto Cassano 2032 vada loro troppo stretto.  

E dopo?

Il “Comitato” pro elezioni anticipate è ampio e variegato, il problema è che nessuno vuole sporcarsi le mani sapendo che – secondo le leggi non scritte della politica – chi manda a casa un sindaco paga un dazio alle urne il turno successivo. Questo timore non è l’unica ciambella di salvataggio del sindaco. Sono infatti gli scenari che si aprono il giorno dopo a invitare alla prudenza non soltanto Fratelli d’Italia – che oggi può comunque contare sul vicesindaco Luisa Savogin – ma anche la Lega e la Forza Italia di Coghi. Che non ci penserebbero due volte a far cessare anzitempo l’esperienza Ottaviani, a patto però che dal giorno successivo si torni a costruire un centrodestra compatto che ponga fine una volta per tutta al “Modello Cassano” che ha relegato in un ruolo subalterno i partiti. La Lega e gli azzurri chiedono dunque un atto di coraggio ai meloniani e sarebbero ben disposti a concedere loro il candidato (un’occasione ghiotta di aggiungere immediatamente Cassano alla sola Busto Arsizio tra i Comuni sopra i 15mila abitanti in provincia di Varese con un sindaco di FdI) purché si ricostituisca l’asse sul modello nazionale. Se invece staccare la spina significasse riconsegnare Villa Oliva a Palumbo e Poliseno, ecco che Lega e Forza Italia – che hanno un conto aperto con entrambi – diventerebbero i primi a fare un passo indietro per evitare di passare dalla padella alla brace. Paradossalmente, pur restando in opposizione potrebbero dunque diventare i primi sostenitori “occulti” di Ottaviani. Tutto si decide nelle prossime due settimane. 

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