Cassano scende in campo per prevenire il disagio giovanile. Piano da 120mila euro

CASSANO MAGANGO – Definire percorsi di inclusione attiva a favore delle persone in condizione di vulnerabilità e disagi. E quindi programmare interventi di prevenzione ed educazione per adolescenti e giovani. Questi gli obiettivi della convenzione approvata tra il Comune di Cassano Magnago e la cooperativa sociale “Lotta contro l’emarginazione“. Una proposta progettuale che si riferisce in particolare a tre interventi, per i quali sono state assegnate risorse dall’ente locale pari a 120mila euro. Per un piano che si sviluppa da qui al 2026.

Gli obiettivi

L’iniziativa, si legge nella scheda di progetto, punta a «costruire e realizzare un sistema di intervento multilivello valutabile». Un’opportunità, «che migliori la qualità della vita delle persone beneficiarie all’interno di contesti diversificati e su aspetti di vita specifici a seconda della tipologia di destinatari». In passato sono già stati portati a termine progetti di rilancio sociale che hanno coinvolto direttamente i giovani. Come il recupero del Parco Cemento all’interno del piano “Cantieri giovanili” (nella foto in alto). Oppure con il lancio di “YoUrban-Dai forma ai tuoi talenti dentro la città“.

Il progetto

Ora un’altra avventura, che sarà suddivisa in tre interventi. A partire dal lavoro di comunità, una «co-progettazione con cui si intende ampliare l’ambito di intervento», recita il documento. «Provando a delineare un lavoro che consenta di favorire nel lungo periodo le collaborazioni trasversali e l’ingaggio dei cittadini nel prendersi cura della propria comunità». Un altro aspetto riguarda l’area giovani, che implica il lavoro con «gruppi agganciati per incrementare quelle competenze chiave che possono migliorare la capacità di relazionarsi». Ma anche «collaborare all’interno del gruppo e con l’ambiente circostante, aumentando il senso di appartenenza alla comunità locale ed il senso di cittadinanza». Infine, l’area vulnerabilità. Ovvero, interventi rivolti, appunto, per «prevenire la vulnerabilità delle famiglie e sostenere le capacità genitoriali». In questo caso, l’azione dell’educatore «può spaziare su più ambiti di vita: sostegno all’abitare, alla corretta gestione delle risorse personali ed economiche, alla mediazione con altri servizi e opportunità del territorio, come presidio di un momento delicato di cambiamento, come rinforzo motivazionale per una situazione specifica».

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