LIUC, le lezioni di Ravasi e Cottarelli per un’università che punta a cambiare

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CASTELLANZA – Lo «stile» Liuc per affrontare le sfide di un’economia che non perda umanità e che abbia uno sguardo di lungo periodo. Con «il coraggio di cambiare» delineato dal Rettore Federico Visconti. Gli spunti alti delle prolusioni del Cardinale Gianfranco Ravasi e dell’economista Carlo Cottarelli per allargare l’orizzonte dell’università che si ispira a Carlo Cattaneo, nella cerimonia con cui questa mattina è ufficialmente iniziato il nuovo anno accademico dell’ateneo delle imprese di Castellanza.

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L’ateneo del cambiamento

«Guidati da una concezione forte, moderna e alta della LIUC come progetto universitario e indirizzati dal nuovo ciclo di pianificazione – le parole del Rettore Federico Visconti, fresco di riconferma alla guida dell’ateneo – cercheremo come istituzione e cercherò come Rettore di avere sempre il coraggio di cambiare». Un concetto che rimanda alla figura di Sergio Marchionne, il manager che è il riferimento scelto quest’anno dal Rettore per dettare i tempi del suo intervento. «Nel nostro ruolo di leader, se abbiamo la forza di immaginare un futuro di crescita per le nostre aziende o per i nostri Paesi, abbiamo la responsabilità di rendere questa visione reale» la citazione del top manager di FCA, che introduce il tema della «capacità di visione, tra i principi guida dell’azione manageriale di questi anni», in vista di un nuovo ciclo di pianificazione che condurrà al 2024. Si parte da basi solide, quelle ricordate dal Presidente della Liuc Riccardo Comerio: «un incremento degli iscritti di circa il 15%», i dati Almalaurea secondo cui più di nove laureati su 10 trovano occupazione entro tre anni, il 40% di studenti fuori sede, progetti di successo come i-Fab, IEC e Business School. «Un modo di formare i giovani» che rappresenta «un modello, uno stile, che ci sfida ogni giorno e ci mette in gioco con tutte le risorse che abbiamo a disposizione». E accanto al tema del cambiamento, si fa strada anche quello della «responsabilità sociale».

Ravasi: da Spinoza a Jobs e Gandhi

Il Cardinal Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, vola altissimo con una «lezione impressionistica» in cui passa dall’«intelligenza» di Spinoza, intesa come «leggere in profondità», fino al gandhiano «l’uomo si distrugge con gli affari senza morale». Passando per Ricoeur («un’epoca in cui alla bulimia dei mezzi corrisponde un’anoressia dei fini») e per Steve Jobs («la tecnologia da sola non basta»), per sottolineare la necessità di preservare «il connubio tra scienza/economia/tecnica, da un lato, e umanesimo/cultura umanistica, dall’altro». Per Ravasi è «indispensabile un umanesimo riproposto» e le università sono i luoghi in cui farlo emergere, «uno degli ambiti significativi ove si devono elaborare interpretazioni, orientamenti e linee guida per affrontare questo panorama così mobile, non accontentandosi solo di risposte sperimentali – fattuali, ma anche di prospettive valoriali».

Cottarelli: pensare al futuro

«Difficile fare meglio, credo» ammette Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica, nel prendere la parola dopo il fortissimo applauso dedicato dalla platea all’intervento del Cardinale Ravasi. Nella sua prolusione l’economista, già indicato premier dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai tempi dello stallo prima della nascita del governo gialloverde, delinea i temi del «conflitto tra breve e lungo periodo» che caratterizza questa fase: dal riscaldamento globale alla ricerca del profitto di breve termine, dal crollo demografico alla crescita economica. «Nel confrontare vantaggi e svantaggi nel breve e nel lungo periodo occorre un po’ di equilibrio – il monito di Cottarelli – mi sembra che al momento si stia cedendo alla tentazione di non pensare abbastanza al futuro, ai nostri figli, ai nostri nipoti. Oppure si tende a far credere che preservare gli interessi delle generazioni future richieda semplicemente inventiva e determinazione, senza dover rinunciare a nulla nel breve periodo».

Gli ospiti in aula

«Dichiaro aperto l’Anno Accademico 2019-2020». Così il Rettore della LIUC Federico Visconti ha dato il via ad un altro ciclo dell’Università Cattaneo. Una cerimonia come sempre partecipata. In prima linea le autorità civili: il viceprefetto di Varese Roberto Bolognesi, il presidente della Provincia di Varese Emanuele Antonelli, il sindaco di Castellanza Mirella Cerini, l’assessore di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo, la vicepresidente del Consiglio regionale lombardo Francesca Brianza, l’assessore all’innovazione del Comune di Milano Roberta Cocco, parlamentari come Alessandro Alfieri e Maria Chiara Gadda e l’europarlamentare Patrizia Toia. E ancora i rappresentanti del mondo imprenditoriale, a partire dal presidente dell’Unione Industriali di Varese Roberto Grassi, con il vicepresidente di Confindustria Giovanni Brugnoli, il direttore Univa Vittorio Gandini e i past president Liuc Michele Graglia, Paolo Lamberti e Antonio Bulgheroni. In aula Bussolati anche il Rettore dell’Università Bocconi di Milano, Gianmario Verona, e l’ex ministro dell’istruzione e dell’università Marco Bussetti, oltre ai rappresentanti delle forze dell’ordine del territorio e a tanti docenti universitari, imprenditori e rappresentanti del mondo politico e delle professioni.

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