Rapina alle Poste di Castronno: tutti assolti

CASTRONNO – Quasi vent’anni di carcere chiesti per la rapina alle Poste di Castronno del 31 marzo 2018. Ma il Tribunale di Varese ha assolto i tre imputati – di 43, 54 e 67 anni, di origine calabrese – per non aver commesso il fatto. La sentenza è arrivato nel pomeriggio di oggi, martedì 10 ottobre.

Passamontagna e mazza

Per il pubblico ministero erano stati i tre a processo, intorno alle 8 di mattina di quel giorno di marzo del 2018, a fare irruzione nell’ufficio postale di Castronno con passamontagna e mazza. Di 40mila euro il bottino del colpo: soldi delle pensioni che poco prima della rapina erano stati consegnati all’ufficio.

Le intercettazioni

Decisive, per il pm, le intercettazioni fatte dai carabinieri dopo il colpo, che proverebbero le lamentele di uno degli imputati per il compenso ricevuto a seguito della rapina: solo 500 euro a fronte delle decine di migliaia di euro portate via dalle Poste, dopo aver terrorizzato i dipendenti dell’ufficio che insieme al direttore si erano chiusi in bagno, in attesa dell’arrivo dei carabinieri.

Gli imputati erano monitorati dai carabinieri di Paola (provincia di Cosenza) già prima della rapina, in un’indagine per spaccio. I loro cellulari erano sotto controllo e da quell’attività i militari dell’Arma captarono informazioni considerate dalla Procura riferimenti al raid in provincia di Varese.

Le difese

Intercettazioni che non hanno chiarito l’oggetto della discussione, né l’identità delle persone coinvolte: questa la posizione espressa dagli avvocati della difesa – Martina Zanzi e Francesca Panajia – nelle loro arringhe, terminate con la richiesta di assoluzione per i dubbi sollevati in merito alla responsabilità dei tre presunti rapinatori.

I testimoni oculari

Dubbi legati anche a quanto dichiarato dai testimoni oculari del fatto, a cominciare dal direttore dell’ufficio postale, che trovandosi faccia a faccia con i rapinatori aveva ipotizzato fossero originari dell’Est Europa. Sempre un testimone – ha aggiunto l’avvocato Zanzi – ha descritto la persona alla guida dell’auto usata dai malviventi per allontanarsi da Castronno: un giovane con capelli scuri e baffi, e non un uomo di oltre sessant’anni, e cioè di un’età compatibile con uno degli imputati.

«Tra Caronno, Castronno e Carnago, gli impiegati degli uffici postali hanno a che fare quotidianamente con numerosi cittadini di origine calabrese – ha inoltre sottolineato l’avvocato Panajia – Se i rapinatori fossero stati originari del sud, i dipendenti se ne sarebbero accorti».

Due giorni prima del colpo la presunta banda era stata fermata dalle forze dell’ordine in autostrada, durante il viaggio verso la provincia di Varese. «Stavamo andando da amici e parenti»: questa la tesi sostenuta durante il processo da uno degli imputati.

La parte civile

Poste Italiane si era costituita parte civile nel procedimento, chiedendo un risarcimento per i soldi delle pensioni oggetto della rapina.

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