Centro trasfusionale di Somma, Monti assicura: «Riapre. C’è una soluzione»

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SOMMA LOMBARDO – «C’è una soluzione strutturale per la riapertura del Centro trasfusionale di Somma Lombardo». A dirlo è Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia. Se sullo spostamento dell’attività chirurgica dell’Oculistica da Somma a Gallarate si dichiara «perfettamente d’accordo con la decisione assunta dal dg Eugenio Porfido», sul mantenimento del servizio di donazioni del sangue all’interno del Bellini invece non ha dubbi: «E’ un punto da tenere e valorizzare anche perché serve un bacino di utenza molto ampio. Nessun rischio di chiusura può essere preso in considerazione».

Il Centro trasfusionale

La chiusura temporanea del Centro trasfusionale è dovuto a un problema – purtroppo cronico e generalizzato – di carenza di medici. La soluzione adottata da Asst Valle Olona è ora l’inserimento di un dottore dedicato attraverso un contratto libero-professionale. «Tra le proposte prese in considerazione questa è senza dubbio la migliore perché è strutturale e dunque definitiva», spiega Monti, che nelle ultime settimane si è interessato in prima persona al problema con una serie di incontri dedicati. Il bando, fa sapere, verrà aperto a settembre, dunque in autunno l’attività dell’Avis di Somma Lombardo potrebbe rientrare a regime al Bellini senza che i mille donatori siano costretti a spostarsi a Gallarate.

L’Oculistica

Discorso opposto invece per lo spostamento dell’attività chirurgica dell’Oculistica da Somma a Gallarate, con la chiusura di fatto del blocco operatorio del Bellini. «Un conto è l’attività ambulatoriale, che dev’essere mantenuta, un altro l’attività chirurgica che per funzionare bene ha bisogno di un numero di casistiche molto alto», spiega il presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia. «Il tema è: vuoi essere curato meglio o vuoi essere curato sotto casa? La soluzione è evidente: voglio essere curato meglio il più possibile vicino a casa. E siccome la distanza tra Somma e Gallarate non mi sembra eccessiva, l’impegno di tutti dovrebbe essere quello di rafforzare l’Oculistica dell’azienda ospedaliera nel sul complesso, indipendentemente da come viene organizzato il reparto al suo interno».

Il futuro di Somma

Nonostante la preoccupazione dei sindaci del territorio, a partire dal sommese Stefano Bellaria, Monti non vede nero sul futuro del Bellini: «In una logica di riorganizzazione sanitaria di tipo hub and spoke, Somma può e deve diventare un grande riferimento per l’attività ambulatoriale, per le cure intermedie, per il settore riabilitativo post-operatorio. Il Bellini ha tutte le caratteristiche per diventare un presidio spoke di alto livello cogliendo le occasioni di investimento in edilizia sanitaria che si presentano».

I sindaci e il campanile

Proprio in questa ottica, sottolinea Monti, la politica locale deve fare la propria parte scegliendo con attenzione le battaglie per cui vale la pena battersi: «In ambito sanitario il rischio campanile è sempre alto e l’Oculistica di Somma è un caso da manuale».
La riforma sanitaria, conclude Monti, renderà la sanità lombarda più partecipata anche attraverso l’aumento del numero dei distretti e di conseguenza delle Conferenze dei sindaci. «Consentirà agli amministratori locali, così come alle associazioni dei medici e ai volontari, di essere più presenti e maggiormente pregnanti nelle scelte. Questo renderà tutti più consapevoli delle scelte da compiere e soprattutto compartecipi, anche quando le decisioni sono poco sbandierabili sebbene siano le più giuste».

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