“Ciao Uyba”: Giorgio Ferrario ai saluti, l’ultimo baluardo del triplete

CON FORTE, PINTO, ALDERA e BARBARO HA FATTO LA STORIA DEL VOLLEY DI BUSTO

BUSTO ARSIZIO – Il volley mercato, stavolta, può attendere: il top player, quello vero fatto in casa, ha salutato la compagnia. Il “Ciao Uyba” dal fortissimo impatto emotivo che ieri, 2 aprile, Giorgio Ferrario, storico ma sempre innovativo responsabile della comunicazione Uyba, ha postato sul proprio profilo social è parso segnare davvero la fine di un’era. Dopo 25 anni di onorato servizio per i colori biancorossi della squadra di volley della città, Giorgio Ferrario – che solo la scorsa settimana aveva diretto il gran galà degli sponsor all’Arena e-work – ha deciso di dire basta, di fare un passo indietro (lui che è sempre stato tre passi avanti) e di prendersi una pausa, generando inevitabilmente una ridda di reazioni e di pensieri. Fra i tanti tantissimi complimenti e ringraziamenti ricevuti per il suo immenso e apprezzatissimo operato, tutti peraltro meritati per la straordinaria e invidiata attività professionale svolta (tale da portare il brand Uyba in cima a tutte le classifiche social), non sono mancati commenti e aneddoti: fra questi ne abbiamo ripreso uno che, per noi della prima ora post trasferimento da Cislago, assume un significato davvero particolare, quasi “romantico”, in un mondo sempre più improntato a livello globale su logiche aziendali, a scapito troppo spesso di quei valori umani che in una famiglia – e la Uyba lo è sempre stata – restano un caposaldo e una preziosissima risorsa.

Da Barra al triplete

Tutto iniziò quella notte insonne sul treno, o qualche ora prima inseguito dai tifosi dopo quell’epica vittoria“. Il commento di Eraldo Buonavita, oggi allenatore di Montecchio ma allora alla guida di una Busto (con Togut e Lo Bianco giovanissime) a caccia da matricola di una miracolosa salvezza in A1 racchiude davvero l’inizio di una storia, una grande storia d’amore, che Giorgio ha scritto per la squadra di pallavolo della sua città. Tutto iniziò davvero da quella vittoriosa trasferta a Napoli, con i tifosi di casa (quartiere Barra) ad inseguire minacciosamente nel post partita i due bustocchi (una menziona doverosa anche a Macchini) giunti in treno fino in Campania. Un brivido, o meglio, una scintilla da cui si è sprigionato il fuoco di una passione che ha portato Giorgio Ferrario – ingegnere civile di professione per chi non lo sapesse – ad occuparsi da media manager (e molto altro…) della “sua” Uyba, portandola passo dopo passo al punto più alto della sua storia: quell’indimenticabile triplete del 2012, con il primo tricolore. Il tutto con uno stile tutto suo, fatto di serietà, competenza, garbo, signorilità, gentilezza, disponibilità e raffinatezza: merce sempre più rara in questo mondo.

Sinceramente grazie

Non ci permettiamo di indagare sulle ragioni comportamentali e non per cui Giorgio – oggi peraltro papà di uno splendido bambino che, da buon bustocco, ha chiamato ovviamente Giovanni – ha deciso di fare questo passo che peraltro segue quello d’addio di Milvia Testa, del fotografo Gabriele Alemani e del gruppo steward. Ma di fronte a questa scelta difficile, sofferta e sicuramente di coraggio, fatta magari per dare un segnale e per suggerire una riflessione sulla nuova strada intrapresa – ci limitiamo soltanto a dirgli grazie: un grazie di stima per l’eccelsa collaborazione professionale (Giorgio ha davvero rivoluzionato la comunicazione del volley, adeguandosi e rinnovandosi continuamente); ma un grazie di cuore per la sincera amicizia sviluppatasi in questi anni, prima da avversari sul campo da calcio (Giorgio era un roccioso difensore centrale, ma sempre leale, corretto e onesto: un suo segno distintivo trasmesso anche nel mondo del volley), poi proseguita sulle postazioni-stampa del PalaPiantanida, poi del PalaYamamay ed infine dell’Arena, con i brindisi conviviali nei lunghi post partita, fra gioie, qualche amarezza, tante battute (la trasferta a Cannes su tutte, ma che dire delle foto del Gabri…), ma sempre grandi aspettative.

La macchina… non si ferma

Ieri all’Arena – al di là del fuori programma dal lieto fine di Boldini – si è vissuta un’atmosfera strana, quasi irreale. Patron Pirola ha espresso in un sentito messaggio tutta la sua riconoscente stima (“compagno di tante battaglie: da te ho imparato molto”). E persino l’AD Gianluigi Viganò – intercettato al di fuori dei cancelli dell’Arena con Moro e Borruto e lo staff Edimen – non ha nascosto il suo dispiacere, faticando quasi a commentare l’accaduto, come fosse inaspettato. Che il cambiamento, ovvero l’acquisizione del club da parte di Brera Holdings, potesse portare qualche inevitabile assestamento nelle dinamiche interne, era lecito attenderselo; ma che portasse ai saluti anche dell’ultimo baluardo di quell’incredibile triplete (targato Forte, Pinto, Aldera, Barbaro e Ferrario) francamente no. Ora però – nella speranza che Giorgio possa essere convinto a ritornare sui suoi passi (è difficile, lo sappiamo, ma è doveroso provarci) – bisogna pur sempre guardare avanti, provando a tamponare questa grave perdita, professionale e umana: il 4 aprile, con l’investitura ufficiale di coach Caprara, inizia di fatto la nuova stagione biancorossa. Una nuova era, all’insegna di un rebranding che, a quanto si è già intuito, non riguarderà solo il logo del club, ma il capitale umano. Il tempo, come sempre giudice e galantuomo, dirà il resto…

Uyba triplete Ferrario – MALPENSA 24