Cimitero di Busto imbrattato, Cislaghi: «Vera vergogna, altro che il video di Emma»

BUSTO ARSIZIO – In via Lonate sono spuntate le transenne, per delimitare la zona esterna dell’ala “moderna” del cimitero che è stata “vittima” del raid vandalico da parte dei No Vax. «Le scritte verranno cancellate lunedì – spiega l’assessore delegato ai cimiteri, Mario Cislaghi – abbiamo concordato con il sindaco di lasciare gli imbrattamenti come monito contro l’inciviltà che prende di mira un luogo come il cimitero. I danni sono ingenti perché quella costruzione ha un valore anche artistico da tutelare».

Stessa “firma” dei vandali di Legnano

L’attacco sembra avere la stessa matrice dell’analogo episodio successo a Legnano, con le ingiurie antivacciniste che hanno colpito in quel caso la sede del PD. «Scritte deliranti – le definisce Cislaghi – stavolta si è superato ogni limite. Ma purtroppo questa è la società, e non possiamo farci molto, se non riflettere sull’educazione e sul rispetto che vengono meno». E l’assessore non riesce a fare a meno di togliersi qualche sassolino rispetto alle polemiche social che hanno travolto l’amministrazione per la scelta di concedere l’autorizzazione a girare le riprese del video di Fabri Fibra con Emma Marrone protagonista al cimitero “brutalista”.

Il precedente: il video con Emma

«È questa la vera vergogna, così come i furti che si susseguono nei nostri cimiteri – tuona l’assessore Cislaghi (nella foto) – episodi che sono il segno di una mancanza di educazione, rispetto e senso civico. Ed è anche una questione di rispetto per chi lavora, perché è facile criticare quando non si hanno responsabilità, ma noi come amministrazione ci stiamo mettendo l’anima per sistemare il cimitero». Il riferimento è anche agli interventi che stanno per essere realizzati da Agesp Attività Strumentali, come le sbarre per limitare gli accessi e le telecamere. «Ma, lo ripeto, non si pensi che sia la panacea di tutti i mali – ammonisce l’assessore della Lista Antonelli – le telecamere all’esterno ci sono già, anche se non nel punto dove hanno colpito i vandali, e le metteremo all’interno, ma non risolveranno definitivamente i problemi dei furti e dei vandalismi, come quest’ultimo, perché dovremmo metterne un centinaio e ovviamente non è possibile. Se non ci sono educazione e rispetto non se ne esce, ed è un problema che devono porsi tutti, non solo l’amministrazione».

Il ripristino

Così le scritte rimarranno sul muro esterno, come monito, almeno fino a lunedì. Poi si penserà a cancellarle. Ma con una certa attenzione: «Quella costruzione, che appartiene allo stile del brutalismo, ha un valore artistico e va tutelata sotto questo profilo» sottolinea Cislaghi. Insomma, non basterà una mano di bianco, ma si dovrà studiare una soluzione rispettosa del luogo e dello stile. Potrebbe avere anche un costo non indifferente – il Comune ha già chiesto un preventivo ad Agesp Attività Strumentali – e chiaramente la spesa verrà imputata agli imbrattatori, se verranno “beccati” dalle autorità (ma sarà molto difficile).

Sabba: «Non rappresentano nessuno»

Sull’episodio interviene anche il consigliere comunale della Lista Antonelli Matteo Sabba, che rivela di non essersi vaccinato:

Gli autori delle scritte al cimitero sono dei grandi imbecilli! E a prescindere da quello che hanno scritto.
Lo dico io che non ho nessuna iniezione anticovid in corpo e nel passato da autore di varie scritte di propaganda e contestazione in giro per la città.
La differenza però è evidente e in parte smaschera anche la provenienza culturale e politica: chi come me ha militato in un contesto politico alternativo al progressismo non ha mai macchiato un edificio, ma abbiamo inaugurato la stagione degli striscioni appesi, spesso dal cavalcavia, che ha portato anche delle imitazioni come l’ultimo che citava Pedotti, del quale non ho certamente paternità.
Chi ha sporcato il cimitero non può di certo rappresentare nessuno, neanche chi per varie motivazioni ha scelto di non vaccinarsi.
Quindi ha ragione il sindaco quando si auspica che la pulizia avvenga con la lingua di certi ignoranti.

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