Comi e Sulmincio, posate le due pietre d’inciampo dedicate ai partigiani indunesi

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INDUNO OLONA – Posate ieri, sabato 9 aprile, a Induno Olona le due pietre d’inciampo dedicate a Emilio Comi e Giuseppe Sulmincio, due partigiani indunesi arrestati dai nazifascisti nel 1943 e poi deportati nei campi di sterminio, dove morirono nel 1945.

Giovani custodi

“Si tratta delle prime due pietre d’inciampo delle tredici create dall’artista tedesco Gunter Demnig per i caduti della Provincia di Varese, su iniziativa dell’Anpi Provinciale Varese in collaborazione con il Comitato delle Onoranze ai Caduti del San Martino – ha commentato il sindaco Marco Cavallin – E’ stata bella e molto significativa la presenza degli alunni della nostra scuola media, che hanno letto parti del libro “Se non ci ammazza i crucchi ne avrem da raccontare” di Francesca Boldrini, ricercatrice storica che ha ricostruito le biografie dei partigiani deportati e assassinati nei campi di concentramento nazisti. Il nostro dovere è quello di tramandare ai ragazzi la Memoria, soprattutto alla luce di quanto sta avvenendo oggi in Europa. Un ringraziamento va da parte mia a Susanna Vanoni di Anpi Induno Olona, a Ester de Tomasi di Anpi Varese, grazie anche al consigliere provinciale Alberto Barcaro, grazie a Francesca Boldrini ed alle insegnanti per aver accompagnato gli alunni, grazie ai membri della famiglia Comi, presenti”.

La memoria è di tutti

E proprio Alberto Barcaro ha commentato sottolineando come la “memoria sia di tutti” con un rimando alla guerra in Ucraina. “Queste pietre d’inciampo sono come un mosaico per la memoria, come Provincia abbiamo patrocinato questa iniziativa e mi auguro che il mosaico provinciale si possa completare nel tempo – ha detto il consigliere provinciale – Le pietre sono il simbolo di un dolore privato che si fa pubblico, nomi che tornano a risuonare per tutti e che ci spingono ad interrogarci. In questo periodo, in Europa, stiamo vivendo un periodo difficile, la guerra fa uscire ciò che più di brutto abbiamo dentro e queste pietre lo testimoniano, non è questo il mondo che vogliamo per i nostri figli. Grazie a chi ha organizzato questa cerimonia, le pietre resteranno per sempre parte del nostro patrimonio culturale per non dimenticare, senza colori politici. La memoria è di tutti”.

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