Congresso Dem, i giovani: «Pronti a candidare un GD a segretario provinciale»

Un foto di gruppo dei Giovani democratici della provincia di Varese

VARESE – «Prima di un leader, serve un “progetto leader“. La fase congressuale del Partito Democratico, a livello provinciale, si è aperta e ha i suoi tempi che rispettiamo. È chiaro che abbiamo l’ambizione di giocare un ruolo importante, ma questo è il momento delle idee, dei progetti e del confronto». Sono le parole usate dalla meglio gioventù del Pd della provincia di Varese per presentare il documento programmatico in vista del congresso, ma anche per far capire che a questo giro ci sono anche loro. La loro presenza, questa volta, non è semplice partecipazione. In due parole: stanno lavorando per mettere in campo una candidatura capace di giocarsi la partita.

Chi? Bé, di alternative ne hanno, non poche. E forse, mai come questa volta, con le gambe per arrivare a guidare un partito che – prendiamo spunto da alcuni loro passaggi – ha «necessità di aria fresca», «non deve cadere nel dualismo Schlein-Bonaccini» e «deve tornare a interessare e coinvolgere la gente, ma anche gli amministratori dem e quelli civici, oltre alle piccole realtà, il sindacato e tutti coloro che non ci vedono più come un punto di riferimento politico».

Chi pensa che dietro a quelli che sembrano slogan ci sia solo velleitarismo giovanile, forse questa volta pecca di presunzione. C’è, invece, organizzazione, capacità di maneggiare i canali di comunicazione e condivisione contemporanei, ma anche la volontà di salvare ciò che arriva dalla scuola politica del partito, ovvero la redazione di un documento. In sintesi, c’è la voglia di fare politica anche se i circoli dei Giovani democratici sono solo quattro (ma sono macro: Laghi, Varese, Gallarate e Somma) rispetto a quelli “adulti” (una sessantina in tutta la provincia) e gli iscritti sono settanta. E sono numeri, attenzione con i quali fare i conti al prossimo congresso.

Un Pd giovane ma non giovanilista

Michelangelo Moffa, segretario provinciale Gd; Riccardo Tamaiuoli, segretario cittadino della giovanile di Varese; Pierluigi Lucchina (segretario circolo Laghi); Valentina Ferrati, segretaria Gd Gallarate, Giacomo Fisco e Matteo Capriolo e il più giovane dei giovani, ovvero Alessandro Scotti (ancora minorenne), parlano del documento congressuale. «Il primo e unico in questo momento», spiega Fisco evitando di parlare di “corrente giovane interna”, «perché – puntualizza – non lo siamo».
«Andiamo oltre la contrapposizione che abbiamo vissuto sul nazionale – interviene Moffa – Dal contenuto della ventina di pagine che abbiamo preparato esce un progetto di partito che non guarda solo all’organizzazione. Questo perché crediamo sia arrivato il momento di un cambio di passo e abbiamo la consapevolezza che noi Gd possiamo imprimere questo switch e dare il nostro contributo per costruire un partito giovane, ma aperto a tutti». Insomma, un partito giovane (nel senso di nuovo – nei volti e nelle idee -, fresco, al passo coi tempi) e non giovanilista.

Salto di qualità

Valentina Ferrati parla dell’importanza di poter far «sentire la nostra voce, ma soprattutto di mostrare la nostra crescita politica», perché il documento presentato «è aperto al contributo della società civile e vogliamo che rappresenti un punto di partenza, di crescita e confronto». Anche perché, sottolinea Capriolo, «Oggi il panorama del centrosinistra è più articolato e il partito deve lavorare per tessere dialogo con le liste e le amministrazioni civiche, con i sindacati, con le piccole realtà comunali e non può più accontentarsi di restare nella cerchia dei militanti».

Ambiente, lavoro e diritti individuali, non solo comunicazione interna tra i circoli: «che è mancata – interviene Lucchina – e va riattivata, magari sfruttando di più anche gli strumenti che l’innovazione ci mette a disposizione». Il segretario varesino Tomaiuoli parla senza timori di «un partito più coraggioso qui in provincia. Un Pd senza paura di affrontare i temi e che recuperi il valore della formazione politica dei giovani per arrivare a crescere classe dirigente».

Detto questo, tutto questo, i Gd che hanno parlato qui sopra sanno che il “documento leader” è importante, ma non basta. Ci vuole anche un nome. E alla domanda: “al prossimo congresso provinciale avrete quindi un candidato segretario”, risponde Moffa: «Abbiamo le nostre ambizioni. Servono le persone e da qui in avanti lavoreremo per costruire una proposta di candidatura. Anche perché in tanti ce lo stanno chiedendo».