Varese, Molinari (PD): «Centrodestra non più credibile. I moderati guardano a noi»

VARESE – «Da almeno un anno a questa parte il centrodestra parla solo di nomi del candidato sindaco e non ha mai fatto una proposta per la città. Segno che non hanno ancora elaborato il lutto della sconfitta. Tanto che, ancora oggi, sono alla ricerca di un nome per sfidare Davide Galimberti. E stanno sperando di trovare un “taumaturgo con doti magico – sintetiche”, che sappia risolvere tutti i loro problemi».

Dopo le scintille tra centrosinistra e Lega, con la coalizione di Galimberti che dice chiaro e tondo di puntare alla vittoria al primo turno e il commissario cittadino del Carroccio Angioy, che lancia l’accusa di sciacallaggio comunicativo, Roberto Molinari, assessore ai Servizi sociali, oltre a essere uno dei protagonisti della costruzione del “progetto politico Galimberti”, mette sul tavolo un carico da novanta.

Molinari, la dichiarazione della coalizione di centrosinistra di poter vincere al primo turno ha sollevato un polverone. Non crede sia stata fuori luogo? 
«Io parlo per quanto so e vedo che in questi cinque anni abbiamo cambiato, oltre che la città, anche i rapporti di forza in città. Questo ha determinato una serie di difficoltà nell’altra metà del campo. Quella del centrodestra».

Centrodestra che, dopo il passo indietro di Maroni, è alla ricerca di un candidato. Un impasse che sembra giocare a vostro favore. O perlomeno è un vantaggio.
«Senza entrare nel merito mi pare che sia da più di un anno che il centrodestra parla di nomi del candidato. Noi non abbiamo sentito un’idea sulla città. Nessun progetto avanzato da loro è stato portato nel dibattito cittadino».

Per avere un programma però bisognerebbe avere anche il candidato. Non è così? 
«Per avere un programma devi avere idee, e in quella parte di campo non ne vedo. Lo dimostra il fatto che sono alla ricerca di un nome che possa coprire tutti i loro problemi. Forse ci vorrebbe un “taumaturgo con doti magico – sintetiche” per appianare tutte le contraddizioni che sono emerse in seno alla loro coalizione e che non sono più un segreto».

Quindi meglio per voi, no?
«Dipende dai punti di vista. Però in questi cinque anni da parte delle opposizioni ci sono stati solo attacchi di bile e insulti nei confronti della nostra amministrazione. Faccio una riflessione: chi governa può anche commettere degli errori, ma è impossibile che sbagli ogni cosa. Se invece si ascoltano alcuni esponenti del centrodestra e della Lega non ne abbiamo fatto una giusta. Possibile? No, la verità è che non hanno ancora elaborato la sconfitta di cinque anni fa. Oltre al fatto che non sono riusciti ad avere un dialogo con noi, ma neppure con la città».

Molinari, poco sopra ha parlato di un cambio degli equilibri in città. Cosa intende esattamente? 
«La Lega quando prende il potere comanda, punto. Noi abbiamo governato, come del resto prevede la democrazia, e questo è stato compreso dai diversi ceti della città. Anche da quelli che magari cinque anni fa non ci hanno votato».

Si riferisce a quell’elettorato moderato a cui tutti continuano a guardare per cercare di “agganciarlo” in questo momento di politica liquida? 
«Assolutamente sì. L’elettorato moderato è quello che vuole vedere le cose fatte, un’amministrazione che risolve i problemi. È un elettorato non ideologico, che vuole vivere la propria città. E questo elettorato ora guarda a noi, perché l’altra parte ha perso credibilità».

Insomma, conferma le riflessioni sulla necessità di “allargare” di Davide Galimberti: è caccia aperta al voto dei centristi?
«Non parlerei di “caccia aperta”. Piuttosto di una parte di elettori che si sono sentiti abbandonati da Forza Italia e non si sentono rappresentati da forze populiste e sovraniste come Fratelli d’Italia e Lega. La realtà, qui a Varese in particolare, dice che noi siamo un’alternativa credibile anche per gli elettori moderati. Quando parliamo di allargamento dei nostri confini guardiamo ai cittadini e non pensiamo a una transumanza politica. Quella non ci interessa».

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