Derivati Busto, Bottini: «Il sindaco non chiarisce. Ma l’ha gestita male dall’inizio»

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Gian Franco Bottini

BUSTO ARSIZIO – «Derivati, il sindaco Antonelli non chiarisce e getta fumo negli occhi». Bocciatura su tutta la linea da parte del coordinatore e fondatore di Busto al Centro Gianfranco Bottini, rispetto alle risposte date («o meglio, non date» per Bottini) dal primo cittadino in consiglio comunale alle «tre domande» del capogruppo di BaC Gianluca Castiglioni sullo spinoso caso del contenzioso con Deutsche Bank.

La versione di BaC

«Il sindaco non ce la racconta giusta – sostiene Gianfranco Bottini – secondo la sua versione, la Corte dei Conti avrebbe detto che tutti i Comuni erano obbligati ad andare in causa, ma in realtà la Corte impone di difendersi, sta poi a ciascun ente difendersi in modo tale da non generare ulteriori danni rispetto a quelli già in essere. L’obiezione, qui, è sul come è stata gestita questa difesa. Se un errore c’è stato, è stata una strategia di difesa non tempestiva, che ha consentito alla controparte, che non è proprio un “sciur Brambilla qualsiasi”, di scegliersi il Tribunale a lei più congeniale».

«L’errore di fondo»

A Londra infatti il Comune di Busto Arsizio ha finito per soccombere al colosso tedesco. «Con una sentenza non appellabile, quindi ormai “andata” – sottolinea Bottini – invece di iniziare a “minacciare” un contenzioso, dando un incarico ad una società milanese di provare a trovare una transazione con Deutsche Bank, sarebbe stato più opportuno anticiparla e portare il contenzioso in Italia. Si è sbagliato l’approccio, e questo è stato l’errore di fondo dell’amministrazione Antonelli. Il Comune ha pensato di fare “il duro” e i tedeschi hanno subito usato la forza». Per Bottini, in soldoni, sarebbe stato meglio non “solleticare” il gigante o perlomeno prima di farlo partire con una causa meno impegnativa di fronte ad una corte italiana.

«Le parcelle? Un fulmine a ciel sereno»

In questa situazione si inserisce quella che il coordinatore di Busto al Centro definisce come «la tegola» delle spese legali, che ormai rischiano di andare verso i 4 milioni. «Penso che non fosse in alcun modo prevista una tale entità di parcelle – sostiene Bottini – il colpo è stato assorbito facendo finta che va tutto bene, ma l’impressione è che sia stato un uppercut ben assestato all’improvviso. Se fosse davvero così sarebbe grave, ma nei documenti che abbiamo ricevuto non risulta un solo preventivo, se non banali acconti di spesa, ben lontani dalle cifre a cui si è arrivati. Un fulmine a ciel sereno che ha sempre imposto di ricorrere a variazioni di bilancio. Una gestione delle spese legali che fa acqua, e ora il timore è che il conto possa aumentare ancora».

«Il nuovo ricorso? Fumo negli occhi»

«Visto l’esito e il costo, è evidente che era più conveniente trattare» ribadisce Bottini. «E anche ora, che si è persa la causa a Londra, magari si potrebbe ancora tentare un discorso conciliativo. Invece si è scelta ancora la strada del contrasto, stavolta di fronte alla giustizia italiana». Quale non si sa, visto che il sindaco in consiglio comunale si è trincerato dietro al silenzio pubblico sul ricorso annunciato. «Sarebbe bene essere trasparenti perlomeno sul luogo del prossimo contenzioso – aggiunge Bottini – non dirlo potrebbe essere un modo per gettare del fumo sulla vicenda. E sono pronto a pronosticare che non sortirà nulla. Bene ha fatto l’amministrazione, perlomeno, a riprendere a pagare le rate previste dal contratto, per evitare un’insolvenza, che sarebbe grave».

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