Due errori di fila: il Pd ellytario

lodi schlein conte
Un abbraccio che sta facendo rumore: Elly Schlein e Giuseppe Conte

di Massimo Lodi

Due errori nel giro di ventiquattr’ore. Mica male. La segretaria del Pd obietta all’intento governativo di cancellare l’abuso d’ufficio e s’abbraccia con Conte sul palco della manifestazione romana dei Cinquestelle. Nei Dem in tanti, ma proprio tanti, la pensano all’opposto sia sul primo sia sul secondo punto. Ai sindaci, per esempio, piace l’eliminazione della norma che li mette a rischio ogni volta in cui firmano una carta amministrativa. E i ranghi del partito non comprendono il vantaggio d’aver regalato alla concorrenza di sinistra una comparsata che autorizza l’M5S a dire: se il Pd conviene con noi, per quale motivo non preferire noi al Pd?

E poi, il trappolone. Preparato o no. La Schlein che si trova a dover silenziosamente subire lo show del neobrigatismo passamontagnaro di Grillo, salito d’improvviso (?) a comiziare sulla ribalta. Imbarazzante, come minimo. Irritante, come massimo. Quale giudizio ne trarrà l’anima riformista, e perfino quella un po’ più oltre, dei Democratici? Probabilmente di sentirsi poco o zero rappresentata da una leader che sbaglia temi e tempi d’intervento.

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Massimo Lodi

Non c’era bisogno, a conclusione d’un lungo/dubbioso tentennamento, d’essere a quel rendez-vous per testimoniare attenzione verso le necessità degli ultimi, che il Pd ambisce a rappresentare. Bastava e basta affermarlo con parole e fatti made in sé, giusto a marcare una sensibilità da sempre esistita e convissuta col realismo, quando possibile. Certo, al lordo di trascuratezze, sviste, equivoci e qualunque difetto si voglia trovare; però al netto d’una onestà di proponimenti appartenuta ai più, nei ranghi -soprattutto amministrativi- del partito. Il profilo sociale/locale del macrocosmo democratico ha storicamente mostrato un rilievo evidente in tal senso. Si trattava e si tratta d’accentuarlo, rendendolo prevalente sul resto.

È così che si marca l’identità. Poche e chiare idee. Pochi e significativi gesti. Poca e ineludibile, solo ineludibile, commistione. Se no, vien prestato il fianco al resistere di caos, incertezza, fragilità. Omaggiando di qualche consenso la sinistra, e di qualche consenso in aggiunta la destra, nel momento in cui la destra prova a raccogliere una quota dell’eredità centrista, messa in palio dalla scomparsa di Berlusconi.

Due errori nel giro di ventiquattr’ore. Mica male. Però utili, se diventeranno materia di pragmatica discussione interna, a non commetterne d’eguali o peggiori nel periodo a venire. Forse la Schlein ha bisogno di cambiare qualche consigliere. Forse di rimuovere qualche persuasione. Forse di archiviare qualche tic egemonico penalizzante della visione d’insieme d’un Pd che rischia di transitare da un’immagine critica (elitario) a una foto criptica (Ellytario). Col pericolo di perdere l’ennesima partita alle europee 2024, equivalente a una definitiva retrocessione nel favore degl’italiani.

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