E se il mondo fosse davvero al contrario?

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di Gian Franco Bottini

Come abbiamo avuto modo di dire, poco o nulla abbiamo a suo tempo condiviso sui contenuti del libro del generale Vannacci, tranne il suo titolo che oggi, ancor più di ieri, ci pare geniale e totalmente appropriato ai nostri giorni: “Il mondo al contrario”. Altro non si può pensare valutando un mazzetto di notizie piovuteci addosso nel giro di un paio di giorni e che, se non “ingoiate” con quella noncuranza alla quale oramai pare ci siamo abituati anche per le notizie più tragiche, non possono che confermarci la ”postura capovolta” di questo nostro mondo.

La prima riguarda la premiata e idolatrata ditta Ferragnez, “presa in castagna” su una questione di “pubblicità mendace”, unitamente ad una importante industria dolciaria che proponeva panettoni griffati  “Ferragni” assicurando che il ricavato sarebbe generosamente servito per finanziare le attività di un noto ospedale per bambini . Pare che nulla di tutto ciò sia avvenuto, tranne il lauto cachet della signora, al punto di far meritare ai compari una multa di oltre un milione di euro (!)

Non entriamo nello specifico della   questione e nelle responsabilità conseguenti che come al solito, con i passaggi giuridici che seguiranno, potete star certi che verranno (e ci stupiremmo se così non fosse) abbondantemente annacquate; così come non ci soffermiamo sul disgusto che la notizia ci provoca, pensando anche al danno psicologico creato in quel mondo di persone perbene (o forse dabbene?) che hanno nella generosità un loro sentimento naturale.  Rileviamo però come tutto questo mondo incontrollato dei così detti “influencer” sia da definirsi “al contrario”; un mondo arrivato ad un punto di arroganza e supponenza da potersi permettere avide operazioni del genere. Un mondo complesso ed affollato, dove abili e, in vario modo, affascinanti personaggi diventano dei  santoni onniscienti, capaci di influenzare anime semplici convincendole a percorrere sentieri con il finale mercantile scontato.

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Gian Franco Bottini

La lenta sparizione nel tempo di credibili figure alle quali riferirsi, capaci di rappresentare i veri valori (religiosi o civili che fossero) è forse, per molte persone, la necessità di questa specie di ricerca di una qualsivoglia sudditanza psicologica? Può essere; quello che ne risulta è comunque un arido mondo capovolto, dove purtroppo valori e sentimenti sono alla mercé del guadagno, come il caso Ferragnez sta a dimostrare. Al di là, in scia al clamore suscitato dalla vicenda, delle scuse arrivate dalla signora, che ha parlato di “errore di comunicazione”, pronta a devolvere un milione di euro in beneficenza a titolo di riparazione.

Il secondo episodio che vogliamo citare non può essere che la conferma del precedente. Il Times, prestigioso settimanale americano, decreta ogni anno la persona che ”nel bene o nel male” ha lasciato nel mondo la “maggior traccia” negli ultimi 12 mesi. Nel più lontano passato furono personaggi come Churchill, Stalin, Gorbaciov, Khomeini;  più recentemente la Merkel, Obama. M.L King e persino Trump, per citare solo alcuni della politica. Poi negli anni : vari Papi, Bill Gates, Zuckemberg, Greta Thumberg. Questi solo per sottolineare la vastità del campo di scelta e il criterio della “maggior traccia”, indipendentemente dalla bontà o meno della stessa.

Per il 2023, con quel popo’ di “casino che c’è in piedi”, Times ha ritenuto che la maggior traccia sia stata lasciata da una pop-star, ai più di noi sconosciuta, che gorgheggiando e sculettando pare abbia creato un impero di qualche miliardata di dollari. Una buona idea per dimenticare le bombe ucraine, la striscia di Gaza, le donne iraniane, i barconi dall’Africa e così via! Non che il Times sia la Bibbia, ma un mondo così “al contrario” era difficile da immaginare!

Il terzo episodio che vogliamo sottolineare è la pubblicazione dei guadagni annuali dei nostri parlamentari dove, fra i primi della lista dei plurimilionari appare ,insieme ad altri, anche Renzi. Non si nasconde che la maggior parte dei suoi guadagni venga da “consulenze” da lui svolte per l’amico Mohammad Bin Salman, un principe arabo assai “chiacchierato” per qualche morto di troppo benevolmente classificato sotto la machiavellica voce “ragion di stato”.

L’Italia, e Renzi fra i primi,  non perde occasione di riaffermare la sua appartenenza al cosi detto mondo Occidentale che si contrappone ad un variegato mondo Orientale, mentre l’Arabia Saudita dell’amico principe naviga con l’usuale ambiguità in quel “mondo di mezzo” amico/nemico dell’uno e dell’altro, traendo, soprattutto recentemente, successi e vantaggi. Renzi, profondamente inserito nelle istituzioni italiane e nel prossimo futuro con ambizioni anche europee, in pratica offre remunerati consigli ad una parte che, se non nemica, è sicuramente “concorrente” della sua di appartenenza.

Una posizione, a quanto pare, giuridicamente irrilevante ma, a nostro avviso, eticamente ambigua e non altrettanto accettabile. In altri momenti si sarebbe gridato al conflitto di interessi (o forse altro) e perlomeno richiesta la scelta fra le due posizioni. Oggi la cosa pare accettata dalle parti politiche come una normalità o forse, siamo cattivi,  come un utile precedente per altre situazioni analoghe. Anche in questo caso un mondo che si è capovolto, con i valori etici finiti in cantina per far posto all’ingombrante guadagno.

La varietà dei pochi casi citati ci fa dire che rimettere questo mondo “in asse”, se pur ci fosse la volontà, non sarebbe per nulla facile!

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