Effetto Cecchettin e “stanza rosa”: più denunce di violenze di genere a Legnano

legnano violenza donne polizia romano

LEGNANO – Dodici delitti di violenza di genere in soli tre mesi, quasi il doppio di quelli (7) consumati nello stesso periodo di un anno prima. Sono i dati registrati a Legnano dal 23 novembre scorso, giorno di inaugurazione della “stanza tutta per sé” nel commissariato cittadino della Polizia di Stato realizzata con il sostegno del Soroptimist International Club Busto Arsizio Ticino Olona, fino al 28 febbraio di quest’anno. Proprio lo spazio riservato e accogliente dedicato all’ascolto delle vittime di violenze di genere (e alle audizioni protette dei minori) ha contribuito a favorire la confidenza delle vittime con le forze di polizia, per raccontare le violenze subite e denunciarne gli autori.

In questi tre mesi di attività, i maltrattamenti denunciati contro familiari e conviventi sono stati quattro (nello stesso periodo tra 2022 e 2023 erano tre), gli atti persecutori otto (contro quattro). Stabili gli arresti, due, mentre sono in netto aumento le denunce, passate da una a tre per i maltrattamenti in famiglia e da una a cinque per stalking. Altro dato sottolineato oggi, giovedì 7 marzo, dal vicequestore Ilenia Romano il forte aumento (dal 43 al 75% dei casi) dei reati con almeno una persona indagata o arrestata: significa che è migliorata la raccolta di prove finalizzate all’individuazione certa del colpevole.

Ben 13 codici rossi ogni mese

Altri dati danno l’esatta dimensione di un fenomeno che l’omicidio in Veneto di Giulia Cecchettin lo scorso novembre ha posto al centro del dibattito pubblico e politico, con l’introduzione di nuovi provvedimenti restrittivi nei confronti degli autori di violenze. Sempre nei tre mesi presi in esame, sono state redatte dagli agenti di Legnano ben 39 informative di codice rosso trasmesse alla Procura di Busto Arsizio, anche a tutela di minorenni vittime di reati con sette audizioni protette di cui due nella “stanza rosa”.

Fra le nuove misure di contrasto alla violenza di genere contenute nel disegno di legge Roccella (dal nome del ministro per la famiglia) entrato in vigore alla fine del 2023, a Legnano sono stati applicati: tre ammonimenti, di cui uno per stalking e un altro per violenza domestica; tre divieti di avvicinamento a meno di 500 metri dalla vittima per autori di stalking; e nei confronti di due di loro, anche la misura del braccialetto elettronico (prima previsto solo con gli arresti domiciliari), applicato per la prima volta dalla questura di Milano proprio a Legnano.

Romano: «Evoluzione di coscienze e misure preventive»

«Non c’è una escalation dei fatti di violenza – è l’analisi del capo del commissariato cittadino – semmai i dati sono indice del fatto che la vittima denuncia. E se lo fa, vuol dire che è pronta ad affrontare un percorso risolutivo dei problemi di cui soffre. Alcune vittime sapevano dell’esistenza di uno spazio riservato, come anche alcuni minori. Abbiamo notato una maggiore propensione a riferire temi delicati come violenze e stalkeraggio, nella speranza di trovare una soluzione a una vita di soprusi e sopraffazioni».

Per la vicequestore è più facile denunciare lo stalking che i maltrattamenti in famiglia «per i problemi economici che quest’ultima accusa comporta. Ad esempio una madre teme di perdere la solidità economica che, seppure violento, l’altro genitore garantisce ai figli. Fra le altre difficoltà da superare, il timore di ritorsioni o che il problema non si risolva. Spesso, poi, non appena il maltrattante si mostra pentito, emerge nella vittima il senso di colpa per averlo denunciato». In ogni caso, per Romano i dati si prestano a una lettura positiva. «Le denunce ci sono sempre state, ma da qualche mese osserviamo un’evoluzione anche a livello di coscienze, a seguito dei gravi fatti di cronaca nazionali che hanno portato a non trascurare certi segnali, come le liti, e al bisogno di confrontarsi con le forze dell’ordine».

legnano violenza donne polizia – MALPENSA24