Busto, emergenza sfratti: «I fondi ci sono, ma il Comune dovrebbe poter fare di più»

BUSTO ARSIZIO – «Dopo tre anni di blocco, gli sfratti sono un’emergenza da affrontare. I fondi a sostegno degli inquilini ci sono, ma spesso i privati non si fidano e optano per la “linea dura”. Ecco perché ho interrogato il Ministero e la Regione per capire se il Comune può mettersi in mezzo per fare da “cuscinetto” di garanzia rispetto ai proprietari». Parola di Paola Reguzzoni, assessore all’inclusione sociale, che in commissione bilancio non si è sottratta alle domande sul tema.

I contributi in arrivo

Nella variazione di bilancio, che andrà in consiglio comunale martedì 25 ottobre, ci sono anche maggiori contributi regionali, per oltre 146mila euro, destinati ai capitoli di spesa dei servizi sociali a sostegno delle famiglie per il mantenimento delle abitazioni in locazione. «I fondi che abbiamo a disposizione su questo fronte – spiega Paola Reguzzoni – sono da utilizzare sia per il sostegno al pagamento dell’affitto, per prevenire situazioni di emergenza, sia per la morosità incolpevole, ovvero quegli inquilini che si trovano improvvisamente in difficoltà nei pagamenti mensili ai proprietari di abitazioni private».

Il “lodo” Reguzzoni

Il vero problema però non è la disponibilità di risorse, provenienti dalla Regione e dallo Stato, quanto la capacità di spenderle. A frenare spesso sono per primi i privati proprietari, che non appena “fiutano” l’intervento dei servizi sociali rifiutano i fondi e procedono ugualmente con lo sfratto. Di qui l’idea di mediare come Comune. «Ho formalmente interrogato Regione e Ministero per capire se il Comune possa porsi come cuscinetto tra gli inquilini e proprietari – spiega Paola Reguzzoni – prendendo in affitto un certo di numero appartamenti dai privati e facendo da garante rispetto ai proprietari, per poi assegnarli a chi ha diritto ai fondi di sostegno all’affitto o ai contributi di avvio locazione».

L’emergenza casa

In attesa di una risposta, via Roma si prepara ad un autunno/inverno “caldo” sul fronte degli sfratti. «Dopo tre anni, di fatto, di blocco, arrivano in maniera più copiosa quelli evitati dal Covid, morosità anche di 2-3-5 anni su cui non si può intervenire con nessun fondo. I contatti con gli ufficiali giudiziari sono continui, ma c’è anche un legittimo diritto dei proprietari a rientrare in possesso di un’abitazione che da anni non produce reddito, per cui cerchiamo di usare equilibrio tra le varie esigenze. Sicuramente l’emergenza casa è uno dei problemi che dovremo affrontare nel 2023». In attesa, anche, dei fondi del PNRR e delle offerte residenziali di housing sociale che verranno realizzate.

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