Evenepoel trova la vittoria di prestigio: la Liegi-Bastogne-Liegi è sua

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I 257 chilometri della Liegi-Bastogne-Liegi numero 108 della storia hanno appena chiuso la campagna del nord 2022. A trovare l’agognata vittoria di prestigio che segna la pietra miliare di una carriera che si annuncia sfavillante è Remco Evenepoel.

Svincolato dall’uscita di scena di Julian Alaphilippe, il 22enne lupacchiotto azzanna il successo con un colpo a 29 km dall’arrivo. Una prova da campione, che lascia dietro di sé solo la volata per i piazzamenti: è en plein belga sul podio, con Quinten Hermans (Intermarché Wanty Gobert, altra squadra di casa) a precedere di mezza bici un photofinish dove Wout Van Aert batte Dani Martinez.

Una corsa nervosa. Dopo 6 chilometri c’è già l’attacco buono firmato da: Bruno Armirail (Groupama FDJ), Jacob Hindsgaul (Uno X), Fabien Doubey (TotalEnergies), Sylvain Moniquet e Harm Vanhoucke per la Lotto Soudal. Troppo pochi, con tutte le squadre che ambiscono a farsi vedere. Dietro di loro è un inferno di evasioni e riassorbimenti (e di ritiri: la BikeExchange perde Michael Matthews e la Ineos Omar Fraile) finché dopo 45 chilometri riescono a partire all’inseguimento in sei: Pau Miquel (Kern Pharma), Paul Ourselin (TotalEnergies), Baptiste Planckaert (Intermarché Wanty Gobert) e Kenny Molly, Marco Tizza e Luc Wirtgen per la Bingoal. Manca all’appello la Vlaanderen Baloise, con Gilles De Wilde che prova insistentemente a unirsi all’azione senza riuscirci.

Al km 60 i due gruppetti si congiungono e la fuga è ufficialmente a undici: Planckaert; Armirail; Hindsgaul; Miquel; Ourselin, Doubey; Moniquet, Vanhoucke; Molly, Tizza, Wirtgen. Costoro scappano da un plotone ridotto a 157 unità per altri due abbandoni in casa rispettivamente BikeExchange e Ineos (Alexandre Balmer e Carlo Rodriguez) e approcciano la seconda metà di gara, caratterizzata dalle dieci côtes prima della picchiata conclusiva verso il traguardo, con sei minuti e mezzo di vantaggio.

La spinta in gruppo è soprattutto quella di QuickStep, Jumbo Visma e Bahrain Victorious. Sul Saint-Roch (1km all’11%) il gap si riduce di oltre un minuto, continua a scendere nel successivo falsopiano, e sul Mont-Le-Soie (1,7km all’8%) si attesta sui tre minuti e mezzo. Sul Wanne (3,6km al 5%) si sfilano le ruote veloci in coda alla carovana e sullo Stockeu (1km al 12,5%) il gap si abbassa sotto i tre minuti. Le prime “scosse di avvertimento” si verificano sulla Haute-Levée (2,2km al 7,5%) con Planckaert, Hindsgaul, Miquel, Molly e Tizza che si staccano e lasciano in fuga gli altri sei compagni d’avventura.

Lo scossone quello forte arriva in un successivo tratto di altopiano. Mentre Armirail, Wirtgen, Ourselin e Doubey, Moniquet e Vanhoucke, scappano sul Col du Roisier (4,4km al 6%), una brutta caduta mette fuori gioco diversi uomini: il nome più eclatante è quello di Julian Alaphilippe, campione del mondo che con la mancata partecipazione dei fenomeni sloveni Roglic e Pogacar era accreditatissimo dai pronostici dopo due secondi posti consecutivi qui alla Liegi. Tra gli altri coinvolti Carr, Owsian, Uran, Guerreiro, McNulty (il sostituto di Pogacar), Kelderman, Herrada, Gesbert, Goldstein, Cr. Rodriguez, Grellier e Cabot, Godon, Van Emden, Velasco, De La Cruz, Felline e Riabushenko.
Tra i caduti che rientrano in gruppo: Valverde, Verona e Mas, Geraint Thomas e Tom Pidcock, Guillaume Martin, Bauke Mollema, Domenico Pozzovivo, Sergio Higuita, Bob Jungels, Floris De Tier. Menzione speciale per Romain Bardet: il leader della DSM, fresco di trionfo al Tour of the Alps, prima di rimettersi in bici è il primo a sincerarsi delle condizioni del connazionale Alaphilippe finito addosso a un albero, e “pagherà” questo gesto umano col non riuscire a rientrare sui big.

Incamerato il tutto, sul Desnié (1,6km all’8%) si scatena l’offensiva dei big per andare a prendere la fuga: sotto i colpi delle maglie griffate Bahrain di Mikel Landa e Wout Poels, il gap si riduce a un minuto. Come da copione, tutto si decide sulla Redoute (2km al 9%). In testa Bruno Armirail saluta i compagni d’avventura e se ne va. Praticamente allo scollinamento della salita simbolo della Liegi, allora, Remco Evenepoel imprime una sfiammata mostruosa e riprende da solo i fuggitivi uno per uno. A 21 km all’arrivo il talentissimo della QuickStep, a briglia sciolta mentre Alaphilippe viene portato in ospedale con la schiena dolorante, raggiunge Armirail.

Questo duo franco-belga intraprende la Roche-aux-Faucons (1,3km all’11%) con un vantaggio di 36” sui principali avversari. Armirail rinuncia in partenza, ponendo fine a 237 chilometri all’attacco! Dietro si studiano ed Evenepoel non perde neanche un secondo. L’ultimo strappettino è il Boncelles (1,2km al 6%) e per il classe 2000 è già tripudio e cavalcata verso braccia al cielo, pugnetti di esultanza, lacrime liberatorie e abbraccio con Lefevere in persona.

Le emozioni durano ancora nei minuti a seguire. I vari Vlasov, Higuita, Teuns, Valverde (sfuma il sogno di raggiungere Eddy Merckx in cima all’albo d’oro della Doyenne), Van Aert, Martinez, Hirschi, Woods si sono talmente studiati, infatti, che qualche corridore che sembrava fuori dai discorsi di top ten rinviene: Quinten Hermans guizza via e regala all’Intermarché una gioia inattesa. Due atleti belgi di team belgi nelle prime due posizioni, bella soddisfazione. Soprattutto per la QuickStep, che avvertiva la pressione dell’essere rimasta all’asciuto in questa prima parte cospicua di classiche stagionali.

Soddisfazione che diventa massima con Van Aert che completa un podio interamente di ciclisti belgi: non accadeva dal 1976. E in un romantico passaggio di consegne generazionale, l’ultima affermazione belga alla Liegi era quella nel 2011 di Philippe Gilbert, che oggi l’ha disputata per l’ultima volta venendo accolto da incitamenti costanti e ricevendo una fenomenale standing ovation al suo arrivo.

Chiosa sugli italiani: solito splendido lavoro di sacrificio per Damiano Caruso per la Bahrain, il migliore in classifica è Diego Ulissi (UAE) 22esimo che arriva col secondo troncone del gruppo a due minuti e mezzo da Evenepoel. Nello stesso gruppo Domenico Pozzovivo e Vincenzo Nibali.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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