Voto di scambio a Ferno: la Dda deposita nuovi atti d’indagine durante il processo

FERNO – Voto di scambio a Ferno: il Pm della Dda di Milano Alessandra Cerreti ha depositato oggi, martedì 7 novembre, nuovi atti di indagine. Lo ha fatto nel corso dell’udienza davanti al collegio del Tribunale di Busto Arsizio presieduto dal presidente della sezione penale Giuseppe Fazio.

Gli imputati

Sul banco degli imputati ci sono l’ex sindaco di Ferno Filippo Gesualdi, Francesco Murano, i due fratelli Geracitano e Mario Curcio, considerato il braccio destro di Emanuele De Castro (ex cassiere della locale di ‘ndrangheta di Legnano e Lonate Pozzolo, oggi collaboratore di giustizia, ndr), Mario Filippelli, altro elemento di spicco del clan di ‘ndrangheta diretta emanazione della cosca Farao-Marincola di Cirò Marina e l’ex consigliere fernese all’epoca in quota Fratelli D’Italia Alessandro Pozzi.

Parlano i pentiti

Il Pm ha chiesto l’integrazione di un’informativa dei carabinieri risalente al luglio 2021 acquisita nell’ambito dell’inchiesta Krimisa che, nel luglio 2019, decapitò la locale di ‘ndrangheta Legnano-Lonate con l’arresto (e la condanna a 8 anni e 8 mesi già in giudicato) tra gli altri dell’allora consigliere comunale di Ferno, sempre in quota FdI, Enzo Misiano. L‘integrazione riguarda le posizioni di Gesualdi, Filippelli, Curcio e Pozzi. Il Pm non ha aggiunto altro ma, almeno oggi, non ha fatto ulteriori contestazioni. Da domani gli atti saranno a disposizione dei difensori che, oggi, non hanno potuto fare altro che chiedere i termini a difesa. Tra l’altro Murano si è visto assegnare un difensore d’ufficio (dopo che il precedente si è cancellato dall’Ordine) e il processo sarebbe stato rinviato in ogni caso al 5 dicembre giorno in cui verrà sentito uno degli operanti e sarà ascoltato anche il pentito De Castro.

Le accuse

Gesualdi è accusato di presunto scambio elettorale politico-mafioso (416Ter). Secondo l’Antimafia di Milano, «Gesualdi, in qualità di candidato sindaco alle Amministrative nel Comune di Ferno, nel giugno 2017, accettava la promessa da Emanuele De Castro», condannato per mafia nel 2013 e nel 2020, oggi collaboratore di Giustizia, «effettuata per il tramite di Mario Curcio, suo uomo di fiducia, ed Enzo Misiano», di «procurargli voti in cambio della disponibilità a soddisfare esigenze o interessi dell’associazione mafiosa», condizione che, secondo la magistratura, «si è effettivamente verificata» in due occasioni. L’ex primo cittadino, difeso dall’avvocato Gianluca Franchi, ha sempre rigettato con forza gli addebiti e ha, anzi, scelto il dibattimento (che non offre alcuno sconto di pena) proprio per dimostrare la sua innocenza al di là di ogni ragionevole dubbi. Il Comune di Ferno si è costituito parte civile.

ferno processo voto scambio – MALPENSA24