Fondi per la sicurezza, Rescaldina a secco. «Dalla Regione tante parole, niente fatti»

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RESCALDINA – Il Comune non riceve alcun contributo per la sicurezza. E l’Amministrazione comunale punta il dito contro la Regione. «I parchi devono tornare a essere luoghi di svago, soprattutto per famiglie e bambini, non aree di spaccio di stupefacenti»: così l’assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato, commentava, lo scorso 20 maggio, lo stanziamento di 3,5 milioni di euro per la videosorveglianza nei parchi e nelle aree verdi. Parole polemicamente ricordate ieri, lunedì 30 maggio, da Gianluca Crugnola, assessore alla Polizia Locale del Comune di Rescaldina, alle prese con il grave problema dello spaccio tra la stazione ferroviaria e i boschi intorno all’abitato (nella foto).

Crugnola: «Promesse rimaste tali»

«Peccato che le parole dell’assessore regionale siano lontane anni luce da quello che dicono i fatti» attacca Crugnola, per il quale De Corato «non perde occasione per parlare dei problemi di Rescaldina, promettendo interventi in lungo e in largo, dai droni all’esercito, da un presidio permanente alla dotazione di cani antidroga. In questi tre anni ho sentito di tutto, ma oltre all’eco delle parole, nulla abbiamo visto. E nulla ancora vediamo neanche da questo bando, dal quale non riceveremo alcun fondo.

«Eppure poco tempo fa, commentando atti di cronaca nera, l’assessore si intestava il merito della delibera del bando e assicurava: “La delibera, da me proposta, nasce direttamente dalla richiesta dei sindaci e ha come obiettivo quello di sottrarre allo spaccio e alla delinquenza le grandi aree verdi lombarde in cui vi sono grossi problemi di sicurezza e di ordine pubblico – come il Parco del Rugareto – restituendole ai cittadini affinché possano goderne appieno e senza correre rischi per la loro incolumità”».

«Sicurezza piegata a fini politici»

«Non abbiamo mai preteso un trattamento di favore – prosegue l’assessore della Giunta Ielo – anche se forse occorrerebbe risolvere i problemi e non solo evidenziarli e puntare il dito, ma che con una dotazione finanziaria di 3,5 milioni niente venga concesso ad un Comune su cui continuamente si addita il problema dello spaccio, francamente è vergognoso. Che in un bando del genere non si sia tenuto conto delle reali necessità e problematiche del territorio fa veramente rimanere allibiti».

In effetti, Rescaldina non rientra fra i 53 Enti locali destinatari dei fondi per l’acquisto di fototrappole e telecamere per la videosorveglianza nei parchi e nelle aree protette. Fra essi, il Consorzio del Parco lombardo della valle del Ticino, il Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori, i Comuni di Varese e di Legnano e altre aree in cui la presenza di spacciatori si è intensificata negli ultimi anni; ma non Rescaldina.

Penalizzati i piccoli comuni dell’Altomilanese

«Capiamo – aggiunge Crugnola – che faccia gioco a qualcuno che il problema rimanga per poter dar contro alle Amministrazioni locali che, a loro dire, “nulla fanno per la sicurezza”, ma è veramente iniquo vedere come di 3,5 milioni di euro non arrivi neanche un euro sul nostro territorio. Sono stati premiati dal bando i comuni più grandi della nostra zona, mentre tutti gli altri sono rimasti al palo. Nessun contributo per i tanti piccoli comuni dell’Altomilanese che avevano partecipato, come Busto Garolfo, Dairago, Nerviano, San Giorgio su Legnano, Canegrate, Villa Cortese e ovviamente Rescaldina. Neanche un euro per nessuno dei comuni del Parco del Rugareto, nonostante le promesse dell’assessore. Non possiamo quindi che concludere che delle due l’una: o i nostri parchi non meritano di tornare a essere luoghi di svago e non aree di spaccio, oppure quando l’assessore cita Rescaldina parla per proclami e non per convinzione».

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