Gallarate, baby rapinatori detenuti a Roma. L’avvocato: «Assurdo. Sradicati dalle famiglie»

GALLARATE – Tutti minorenni all’epoca dei fatti, che risalgono allo scorso settembre. Quattro ragazzi: uno ha 18 anni, un altro la maggiore età la festeggerà oggi, sabato 29 aprile in regime di detenzione, gli altri hanno 17 anni. Vivono in piccoli Comuni dell’hinterland gallaratese ma bazzicano tra Gallarate e Busto Arsizio. Martedì 2 maggio compariranno davanti al Gip.

La scuola come obiettivo

Sono tutti agli arresti al termine dell’inchiesta condotta dalla polizia di Stato di Gallarate e coordinata dalla procura della Repubblica dei minori di Milano. Le ordinanze sono state emesse dal Gip del tribunale dei minori di Milano. L’accusa è di rapina: il branco avrebbe aggredito uno studente dell’Isis Ponti di Gallarate, scuola che la vittima frequenta così come gli aggressori. Uno dei quali, quello che festeggia i 18 anni oggi, è indagato anche per una rapina da 2 euro consumata nel novembre scorso in via San Michele a Busto.

Assurda la detenzione a Roma

Tre dei quattro ragazzi sono assistiti dall’avvocato Giovanni Pignataro che, precisa. «prima di dire qualunque cosa sull’accaduto, voglio studiare gli atti». E aggiunge: «Non ho ancora avuto modo di confrontarmi con i miei assistiti. Sarebbe tutto prematuro. Ma sottolineo l’assurdità di detenere i quattro ragazzi a Roma».

Sradicati dalle famiglie

Il Beccaria di Milano è pieno, comunità disponibili nelle vicinanze non ce ne sono. Il caso gallaratese mette in evidenza le carenze di un sistema, quello detentivo, che mostra le corde sia che si tratti di minori sia che si tratti di regime carcerario, con le case circondariali sovraffollate e l’avvio al lavoro per pochi. «Mandati a Roma questi ragazzi vengono sradicati – commenta Pignataro – lontani dalle loro famiglie, senza riferimenti. Sradicati da chi dovrebbe dire loro che hanno sbagliato; paradossalmente, ed è davvero un paradosso, allontanati da quei genitori che potrebbero dare loro persino due sberle per l’accaduto. E sto ovviamente portando tutto all’estremo, perché estrema e insensata è la soluzione adottata. Se l’obiettivo è recuperare i ragazzi, tutto questo è assurdo».

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