Cassani: «Gallarate attende l’ospedale unico ma vuole garanzie» 

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GALLARATE Busto Arsizio accelera sull’ospedale unico, Gallarate non sta a guardare. In attesa della commissione congiunta del prossimo 7 luglio, verrà convocato a Palazzo Borghi il tavolo di lavoro che in amministrazione da inizio mandato si occupa della nuova struttura sanitaria. Ne fanno parte i capigruppo e i componenti delle Commissioni Welfare e Lavori pubblici. A renderlo noto è il sindaco Andrea Cassani, ribadendo la posizione favorevole della sua maggioranza (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Civici di centro) a fronte però di ottenere 4 garanzie che da anni a più riprese ha richiesto ai vertici di Regione Lombardia.

Busto e le elezioni

Secondo il primo cittadino, “sarà interessante capire la posizione dei colleghi di Busto”. Lì, per esempio, la linea del Partito democratico è infatti molto più morbida rispetto al centrosinistra gallaratese, dove attraverso il candidato sindaco Margherita Silvestrini si è invece espresso in modo netto e definitivo contro la costruzione del nuovo ospedale unico. “Secondo  me – prosegue Cassani – l’ospedale non dovrebbe essere strumentalizzato come tema per la campagna elettorale, benché Silvestrini stia ora negando quello che ha sostenuto negli ultimi anni. Più volte in Commissione è stato registrato il loro sì, fermo restando una serie di condizioni che anche noi abbiamo posto”.

Le quattro condizioni

Continuare a investire sul Sant’Antonio Abate in attesa del nuovo ospedale unico (che non sarà pronto almeno prima del 2028) è la prima condizione posta dal centrodestra gallaratese. Una rappresentanza della coalizione undici mesi fa andò persino a Palazzo Lombardia dall’allora assessore al Welfare Giulio Gallera per sentirselo dire di persona. La seconda riguarda il numero dei posti letti. “Non dovrà essere inferiore alla sommatoria dei posti letti presenti nelle due attuali strutture”, sottolinea Cassani. La terza condizione si riferisce alle opere infrastrutturali per raggiungere il futuro ospedale (in particolare la bretella con via Filzi), mentre la quarta è naturalmente il futuro del Sant’Antonio Abate una volta che sarà svuotato delle attuali funzioni.

La fuga dei medici

“Sia Gallarate che Busto si stanno accorgendo che non avere una struttura moderna e all’avanguardia ha convinto diversi professionisti e anche alcuni primari a trasferirsi in altre aziende sanitarie”, dice il sindaco gallaratese. La prospettiva di lavorare in un arco temporale certo in quello che mira a essere un polo sanitario di eccellenza potrebbe quindi arginare la fuga dei medici. “Sarà dunque interessante il 7 luglio sentire da Regione Lombardia le loro intenzioni da qui ai prossimi anni, anche in considerazione della riforma sanitaria in discussione”, conclude Cassani.

Gallarate in Regione: Gallera rassicura sui posti letti del nuovo ospedale unico

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