Gallarate dopo l’assalto in ospedale: «Serve più sicurezza. Abbiamo paura»

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GALLARATE – Quanto accaduto ieri, martedì 22 gennaio, al Pronto Soccorso dell’ospedale di Gallarate riporta sotto i riflettori un tema irrisolto: quello della sicurezza di chi negli ospedali ci lavora. Medici e infermieri, a cominciare dal Pronto Soccorso che è davvero il primo confronto diretto nell’emergenza tra il cittadino e la struttura sanitaria. Negli anni è stata un’escalation violenta sino a far diventare il problema una piaga. «Le aggressioni da parte di pazienti o famigliari in attesa violenti? Accadono più volte a settimana. Abbiamo quasi paura ad andare a lavorare». Non succede, ovviamente, soltanto Gallarate. Stessa “diagnosi” negli ospedali di Busto, Saronno e Varese, per citare i maggiori centri sanitari in provincia. Al Del Ponte, ospedale pediatrico, medici e infermieri raccontano di aggressioni «da parte di minorenni ubriachi o in stato di alterazione da stupefacente».

«Basta tagli al personale»

A settembre, Cigl, Cisl e Uil, dopo l’ennesima aggressione (avvenuta nell’occasione a Saronno) avevano chiesto un incontro tra il Prefetto e i dirigenti generali delle aziende ospedaliere in provincia denunciando una situazione «di pericolo inaccettabile». Al Circolo di Varese è stato riaperto il posto di polizia e, in orari notturni, a sorveglianza del Pronto Soccorso sono state ingaggiate delle guardie giurate armate. Serve? «Di certo può essere un deterrente – spiega Anna Muggianu, della FP Cgil – La presenza di una divisa è da considerarsi questo: un deterrente utile. Ma non è di certo la soluzione». I pazienti, senza arrivare al caso limite e particolare di ieri con un trentenne suicida, sono sempre più esasperati. «Premetto di non conoscere nello specifico il caso. Aggiungo la vicinanza a una famiglia che ha perso un figlio in modo così tragico. Che tuttavia non può giustificare i gravi danni causati a un Pronto Soccorso, servizio fondamentale a disposizione di tutta la comunità – dice Muggianu – Il punto da affrontare davvero, il cuore del problema, sta nei continui tagli operati da Regione Lombardia alla sanità. Tagli al personale, tagli ai reparti, tagli ai posti letto che hanno trasformato i Pronto Soccorso in barellaie. Il personale non è sufficiente a far fronte alla richiesta degli utenti. E garantisco che in provincia di Varese medici e infermieri si sottopongono a turni massacranti, non dovuti, per senso di responsabilità. Perché consapevoli dell’insufficienza del servizio a causa dei tagli. Il loro impegno è encomiabile, ma ingiusto».

Pronto Soccorso ingolfato

Muggianu aggiunge: «E’ vero che oggi molti si rivolgono in prima battuta al Pronto Soccorso – spiega la sindacalista – ingolfandolo. E’ altrettanto vero che, soprattutto in orari notturni, chi sta male, anche se da codice bianco, non ha alcuna alternativa. Le attese lunghissime, dovute ai tagli al personale e ai letti disponibili, non giustificano la violenza o le aggressioni. Ma ne sono la causa oggi». Medici e infermieri, in ogni caso, tornano a chiedere maggiore sicurezza.

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