GALLARATE – «Enzo Tortora è l’esempio di come la giustizia in Italia non corrisponda sempre a quello che noi intendiamo con questo termine. Spesso e volentieri per le persone innocenti, anche solo il fatto di essere sbattuti in prima pagina e coinvolti in indagini in cui non si c’entra nulla è motivo di problematiche, di sconvolgimenti personali e di situazioni che possono nuocere alla salute». Con queste parole il sindaco di Gallarate Andrea Cassani ha svelato questa mattina 17 giugno la targa che da ora in poi dà un nome al parco di viale Milano. Sotto il nome del noto giornalista, è stata aggiunta la scritta “uomo perbene”.
L’intitolazione
Alla cerimonia erano presenti una rappresentanza della giunta e del consiglio comunale, le forze dell’ordine e don Fabio Stevenazzi per la benedizione. L’intitolazione di parco Enzo Tortora nasce da una iniziativa del gruppo +Gallarate e in particolare del consigliere comunale Sonia Serati. Che dice: «La nostra mozione, presentata un anno fa e approvata all’unanimità, si è posta fin dall’inizio l’obiettivo di dedicare uno spazio all’interno della città non solo al ricordo del presentatore di Portobello, ma anche ai tanti cittadini innocenti costretti a vedersi privati della propria libertà personale per espiare colpe non proprie».
L’esempio di malagiustizia
Enzo Tortora è stato forse l’esempio più lampante di vittima di malagiustizia, ma come lui sono in media 961 le persone che ogni anno vengono recluse nelle carceri italiane senza aver commesso alcun tipo di reato. Per questa ragione, una volta accertata la verità nelle sedi giudiziarie, il giornalista ha trascorso la sua intera vita a combattere all’interno delle istituzioni per i diritti e le garanzie dei detenuti. Il parco pubblico situato in viale Milano è stato indicato come il luogo più indicato per celebrare la sua memoria di Enzo Tortora. «Collocato tra l’ex palazzo di giustizia e il polo culturale cittadino – spiegano i rappresentanti di +Gallarate (nella foto in alto) – crediamo che la targa possa insegnare alle future generazioni gallaratesi i danni della malagiustizia e i pericoli della spettacolarizzazione delle indagini».