SOLBIATE OLONA – «Di quegli anni ho un ricordo indelebile: stagioni sportive piene di spensieratezza e compagni che, soppesando una vecchia foto ormai sbiadita, ancora oggi so nominare uno a uno». Con queste parole Paolo Ghioldi, classe 1931, ha ricordato la sua militanza con la maglia della Pro Patria: alla presenza del sindaco Roberto Saporiti e dell’assessore allo Sport Giuseppe Leo il 20 dicembre l’ex tigrotto e allenatore è stato insignito da Daniela Greco, presidente dell’U.C. Solbiatese, del premio “Sguabass d’or”.
La semifinale contro l’Atalanta
Sono passati settant’anni ma, per chi ha una certa età, resta scolpita nella memoria una formazione della Pro Patria composta da ragazzi della Valle Olona: giovani dai 16 ai 18 anni, dei quali faceva parte Ghioldi, che nel dopoguerra ebbero un grande successo e anche ai giorni nostri avrebbero potuto giocare in prima squadra. Tanto che nel campionato italiano Allievi, dopo aver battuto numerose squadre nella fase eliminatoria, si fermarono in semifinale contro l’Atalanta che a sua volta, in finale a Roma, superò la Lazio. Insieme allo 0-0 a Bergamo, a “Paolino” il ritorno trionfale a Busto fu negato da un brutto fallo ai suoi danni, che lo costrinse all’uscita e portò all’espulsione dell’amico Nicora.
Vincitori del campionato lombardo Allievi
Nel 1950 quel gruppo, allenato da Alfredo Monza, arrivò a vincere sia il prestigioso Torneo di Lugano, battendo in finale i padroni di casa dopo essersi vendicati delll’Atalanta per 5-1, sia quello di Bellinzona, contro alcune fra le squadre più titolate d’Europa come il Racing Parigi e l’Austria Vienna.
Un grave infortunio al ginocchio gli bloccò la possibilità di una splendida carriera; ma, amando troppo il calcio, continuò a giocare su vari campi delle province di Varese e Como, diventando poi anche allenatore dell’U.C. Solbiatese. Proprio a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta la società raggiunse il proprio culmine con la conquista, senza sconfitte, dell’ambito campionato lombardo Allievi: un risultato raggiunto grazie a un nutrito gruppo di ottimi e promettenti giocatori, e alla sapienza calcistica di Paolino.
