Giro di Lombardia, Tadej Pogacar di forza su Enric Mas

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photo-medium da tuttobiciweb

COMOIl Giro di Lombardia, atto conclusivo delle monumento stagionali e dell’UCI World Tour 2022, è di Tadej Pogacar (UAE) che completa i 253 chilometri da Bergamo a Como in 6 ore, 21 minuti e 22 secondi, di poco davanti a Enric Mas (Movistar) e di metri davanti a Mikel Landa (Bahrain Victorious). Volatina per il quarto posto tra campioni nazionali di lingua spagnola, con Sergio Higuita (Bora Hansgrohe) a battere Carlos Rodriguez (Ineos).

Secondo trionfo consecutivo per Tadej Pogacar, che ribadisce la supremazia lombarda e riscatta un’annata fin qui bella e beffarda al contempo.

LA CRONACA

I fuochi d’artificio non esplodono subito in Val Seriana. Ci vuole la prima pendenza, il forcellino di Bianzano, perché si formi la fuga, che con alcuni aggiustamenti sul successivo passo di Ganda (10km al 7%) si attesta sui dieci uomini: Christian Scaroni (Astana), Davide Bais (Eolo Kometa), Alessandro De Marchi (Israel Premier Tech), Aurelien Paret-Peintre (Ag2r Citroen), Lawson Craddock (Bike Exchange), Kenny Elissonde (Trek Segafredo), Simone Ravanelli e Natnael Tesfatsion (Drone Hopper Androni), Alex Tolio e Luca Covili (Bardiani Csf Faizanè). Caparbio Paret-Peintre, che perde l’attimo ma poi finalizza un inseguimento solitario; al contrario, desistono dopo l’iniziale partecipazione all’attacco Fernando Barcelò (Caja Rural) e Kamil Malecki (Lotto Soudal).

A proposito di Lotto, team all’ultimissima chiamata per la salvezza, abbandona Filippo Conca. Mentre per l’Androni di Gianni Savio non è partito il giovane ucraino Andrii Ponomar, colpito da bronchite acuta.

Nei successivi saliscendi, con passaggio sopra i mille metri d’altitudine a Dossena e “mangia e bevi” tra forcella di Bura e colle di Berbenno, ovvero tra Val Taleggio e Val Brembilla, il gap fuga-gruppo scende da 5 minuti a 2 e mezzo, sotto i colpi di Movistar, Jumbo Visma e UAE che fanno già selezione. A proposito di colpi, due rovinose cadute mettono fuori gioco prima Mikel Nieve (Caja Rural) e Lorenzo Fortunato (Eolo Kometa) e poi Domenico Pozzovivo (Intermarché Wanty Gobert) che prolunga la sfortunata maledizione della sua carriera.

La transizione da prima alla seconda metà del tragitto, dalla sezione orobica a quella lariana, presenta il conto delle fatiche accumulate e convince i top team ad aprire il sipario su un altro film. Una pellicola d’azione. In piena pianura Tolio si rialza e lascia nove corridori a scappare da un plotone che, sotto la rinnovata spinta della Ineos, esegue un lavoro scientifico e riassorbe tutti a poche centinaia di metri dall’ascesa simbolo del Lombardia…

Parliamo della Madonna del Ghisallo, naturalmente, coi suoi dieci chilometri spaccagambe fino alla statua di Fausto Coppi. I “calabroni” Koen Bouwman e Chris Harper fanno l’andatura, alle loro spalle Rafal Majka (compagno di stanza di Pogacar) e Davide Formolo discutono se sia il caso di rilanciare o meno. Il ritmo resta regolare e si limita a ridurre il gruppo a un’ottantina di unità: tra gli attardati, Alberto Bettiol e il fresco campione mondiale a cronometro Tobias Foss. Come anticipato da diversi direttori sportivi stamattina, la classica delle foglie morte si decide nell’ultima trentina di chilometri: il circuito disegnato dagli organizzatori alle porte nell’arco sud comasco, San Fermo della Battaglia-Civiglio-di nuovo San Fermo con picchiata fino a Monte Olimpino.

La UAE però non ci sta e prende in mano la situazione: spreme tutti gli effettivi (Joao Almeida compreso) al servizio del campione in carica Pogacar e riesce nell’impresa di fare selezione in pianura! A intraprendere la prima scalata verso la storica località risorgimentale è una trentina abbondante di biciclette, con Jonas Vingegaard rimasto addirittura senza nessun gregario e il vincitore della Milano-Sanremo Matej Mohoric che si stacca immediatamente.

La resa dei conti però è sul durissimo muro di Civiglio (4km al 10%). Zitta zitta, a comandare le operazioni all’improvviso è la Bora Hansgrohe, con Wilco Kelderman, Aleksandr Vlasov e Matteo Fabbro a prenderlo di petto. Ma non serve a molto. Ai -19, nel bel mezzo della scalatina, trainato dalla consueta sfiammata con smorfia di Davide Formolo, Pogacar schiaccia sull’acceleratore: alla sua ruota il solo Enric Mas, alle loro spalle il solo Mikel Landa, dietro ci provano Sergio Higuita e Carlos Rodriguez, gli altri big non ce la fanno e il traguardo sul lungolago comasco vive una volatina a due. Mas resta dietro e a 250 metri dalla linea prova a sorprendere il fenomeno sloveno, che deve cambiare rapporto e fare un rush finale poderoso per tenere la sua bici davanti a quella dello spagnolo!

A proposito di Spagna, folta presenza in top-10. Compreso Alejandro Valverde, che regola lo sprint del sesto posto su Bauke Mollema e altri, e chiude così una carriera fantastica insieme a Vincenzo Nibali. Si sprinta anche per l’11esimo posto, e a piazzarsi lì è Andrea Piccolo: il talento di Magenta è il miglior italiano. Bene pure Giulio Ciccone, che si nasconde abilmente insieme a Mollema fino alle ultime battute e chiude 15esimo.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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