Governo e cul de sac

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di Gian Franco Bottini

Andiamo per i 3 mesi e di un Governo “che governi” ancora non se ne parla. L’impressione è che tutto il “sistema” si sia infilato in un enorme “cul de sac” dal quale tutti gli  attori cercano di uscirne con i minori danni, dando la responsabilità agli altri e senza ferite  pregiudizievoli per un futuro al quale vale la pena di pensarci per tempo: nuove elezioni. Chi nel sacco sta sul  fondo, da dove è più difficile uscire, è sicuramente il Presidente che si è certamente fatto rizzare i capelli   nel tentativo estremo di rispettare il voto degli italiani,   assistendo ad evoluzioni, fermate e ripartenze in un percorso al limite della correttezza  costituzionale.
Oggi il Presidente, sia in termini di programmi che di persone, non è certo soddisfatto del risultato  raggiunto e dal gioco si sfilerebbe volentieri, conscio però che i suoi due interlocutori sono pronti ad accusarlo di autoritarismo e scarso rispetto della volontà popolare, argomento molto utile in una futura campagna elettorale.
Salvini nel sacco è finito per la sua vanitosa esuberanza giovanile (che a volte ci ricorda i Renzi dei bei tempi!), ma pensiamo si sia presto reso conto che rischia un ruolo subalterno e che la sua   capacità dialettica va benissimo in una campagna elettorale dove chi la spara più grossa “fa  moneta” ma che sarà un’arma inutilizzabile quando basta un sussurro un po’ avventato per scatenare Europa e “mercati”.
Siamo convinti che anche lui si sfilerebbe volentieri, pur sapendo che il ritorno a casa non sarebbe dei più sereni. Di Maio invece pensava di essere lui a reggere il sacco ma poi ci è finito dentro ”di testa” lui stesso  e di parole ne ha spese così tante che tornare indietro oggi è  impossibile . Il “giovanotto” si è reso conto che l’Europa è una realtà con la quale ci si deve confrontare, che ogni promessa è un debito che bisogna pagare, che un Governo efficiente non si fa con delle “figurine” ma con “gente del mestiere”, che le responsabilità sono troppo pesanti per le sue spalle e che belli erano i tempi nei quali poteva promettere la luna ….e la gente ci credeva.
Ma alla fine un Governo si farà; il Presidente digerirà il Premierato “curriculare”, aggiusterà al meglio la squadra di governo e questo matrimonio a “letti separati” inizierà, con le prospettive del caso.
Se poi le cose non andassero proprio così non si potrebbe che tornare, dopo quattro mesi, all’ipotesi fatta inizialmente dal Presidente con la grande preoccupazione di aver bruciato i tempi per prepararci convenientemente ad affrontare degli appuntamenti  (G7,Trattato di Dublino, aumento Iva, etc.) che il Presidente stesso aveva già segnalato come delle preoccupanti criticità. Comunque si concluda il travaglio, la questione non finisce qui. Quel Centrodestra, vincitore delle elezioni e che governa importantissime Regioni e moltissimi  Comuni ….. non esiste più. Si potrà dire quello che si vuole per affermare il contrario ma certe ferite faticano a rimarginarsi e molte Giunte potrebbero vacillare. I due azionisti di minoranza (FI e FdI), inviperiti per il “tradimento” di Salvini, e un Berlusconi offeso, riabilitato e più che mai motivato sono fattori che possono rendere difficili i rapporti, anche se il collante “della cadrega” è sempre una buona motivazione per calmare i bollenti spiriti. E non si può certo scordare  come dalle elezioni sia uscito il PD,  nettamente spaccato in due  correnti, pronto ad un congresso dagli esiti oggi indecifrabili.
​Non è detto che in questo guazzabuglio Renzi e Berlusconi non decidano di riaprire le porte del Nazzareno per prendere un thè insieme davanti alla finestra, aspettando che gli “altri si facciano male da soli”.

Governo salvini presidente – MALPENSA24