Il “centro dialetti” di Busto dimenticato dalla Regione. «Rilanciamolo»

BUSTO ARSIZIO – È la giornata nazionale dei dialetti, ma a Busto si sono perse le tracce del centro voluto da Umberto Bossi e dall’allora assessore regionale Ettore Albertoni per occuparsi delle lingue locali. Centro regionale delle Culture Lombarde, la denominazione istituzionale, anche se a Busto tutti l’hanno sempre identificato più sbrigativamente come “centro dialetti“. «I primi tempi furono gloriosi, con diverse attività sul territorio – l’amarcord del direttore del Centro, il professor Andrea Rognoni – poi, soprattutto per motivi economici, si è tutto attutito. Ora però sarebbe opportuno rilanciare l’attività del Centro».

Il Centro

Andrea Rognoni, direttore del Centro regionale delle Culture Lombarde

Il Centro regionale delle Culture Lombarde ha ancora sede a Busto Arsizio, nel complesso dei Molini Marzoli (dove è ancora conservata una parte del patrimonio bibliografico di carattere dialettologico, mentre il resto è stato spostato da anni in una sala della Biblioteca di Busto Arsizio), ma l’ultima iniziativa in città risale al 2021, con il convegno su Dante e Carlo Porta. In Regione Lombardia invece si deve andare indietro al 2022, quando era assessore alla cultura “e identità” il professor Stefano Bruno Galli, cultore del “Lombardismo”, e a palazzo Lombardia si tenne un convegno sulla “koinè dialettale lombarda”. «Continuiamo a esistere – rivendica il professor Rognoni – attualmente è in fase di scrittura e sarà presto editato il volume numero 3 della “Geostoria della civiltà lombarda”». Però l’impressione che l’attività si stia affievolendo è palpabile.

L’appello

«L’assessore Stefano Bruno Galli ci è stato vicino, ora è un momento più complesso, in cui le cose si stanno costruendo più lentamente». Andrea Rognoni va con i piedi di piombo, ma è evidente che è intervenuto un cambio di sensibilità a Palazzo Lombardia nel passaggio da Galli, che «era più coinvolto», all’attuale delegata alla cultura Francesca Caruso, in quota Fratelli d’Italia. Così il direttore lancia un appello a «rilanciare il Centro, anche a livello economico». Perché per portare avanti gli studi scientifici che ne hanno da sempre caratterizzato l’attività serve anche la “pecunia”. L’auspicio è che anche la nuova governance della Cultura regionale «colga l’importanza su questo versante». Senza contare un altro aspetto decisivo, per Rognoni, quello delle «ore di cultura lombarda nelle scuole» sognate anche da Umberto Bossi. «Finché il dialetto non sarà inserito nelle scuole, certi concetti non passeranno e sarà sempre visto come un argomento di tipo familiare e di nicchia».

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