Il sacco blu dei rifiuti scuote Busto. Agesp: «Cambiano le abitudini, ci vuole pazienza»

Francesco Iadonisi

BUSTO ARSIZIO – La rivoluzione della tariffa puntuale sta creando preoccupazioni diffuse in città, così l’amministratore unico di Agesp Spa Francesco Iadonisi esce allo scoperto e ci mette la faccia per rassicurare i bustocchi con una serie di chiarimenti. «È normale che ci sia un po’ di ebollizione, visto che siamo prossimi ad un cambiamento di abitudini. Ma di fatto il servizio non cambia, se non per il colore del sacchetto della raccolta indifferenziata, che da rosa diventa blu con un chip a bordo». La parola d’ordine è «pazienza» e l’invito di Iadonisi è a seguire le indicazioni di Agesp: «Dai controlli a campione sui sacchi viola è emerso che il 70% di quello che troviamo dentro non ci dovrebbe essere». Ergo, differenziare di più e “svuotare” i sacchi si può.

«Ci vuole pazienza»

L’obiettivo della rivoluzione, ribadisce l’AU di Agesp Spa, è di «andare verso una maggiore attenzione per la gestione del riciclo», aumentando la raccolta differenziata dei rifiuti. Il target è l’83%, «dato perseguibile senza fatica» sulla base delle verifiche fatte finora. Ma l’«indirizzo molto chiaro verso la tariffa puntuale arriva da Arera», che è l’autorità che sovrintende sul tema rifiuti. «Non siamo gli unici – sottolinea Iadonisi – ma siamo lontani dal dover stravolgere le abitudini. E chiediamo pazienza, siamo 84mila abitanti e abbiamo abbracciato un progetto di distribuzione dei sacchi e messa a regime del sistema che dal 2024 prevede la misurazione della tariffa».

Come funziona la tariffa

«La tariffa puntuale avrà una parte fissa e una parte variabile, che dipenderà dal numero di sacchi conferiti ma che peserà per il 10-15% sul totale della tariffa» chiarisce Francesco Iadonisi. «Chi fa il furbo paga lo stesso. Non vorrei che ci si immaginasse che se non si espone il sacco non si paga». E ancora, il sacco chippato si pagherà «non a peso, ma a sacchi», in base a quanti ne verranno conferiti. Ecco perché Agesp sta distribuendo, per zone, il primo kit annuale di 26 sacchi blu, uno ogni due settimane: ci sarà un punto mobile in ogni zona, attivo per 15 giorni dopo ciascun incontro pubblico. Per ritirarne altri bisognerà rivolgersi ai distributori vicino alle case dell’acqua oppure in via Canale.

L’indifferenziato ogni 15 giorni

Fin qui il quadro generale. Poi ci sono le preoccupazioni più pratiche dei cittadini alle prese con la rivoluzione. In primis l’ex sacco viola, d’ora in poi blu, che verrà raccolto ogni 15 giorni invece tutte le settimane: «Se nel sacco rimane solo il 30% di quello che oggi viene messo, diminuisce in modo sostanziale la quantità – sottolinea l’amministratore unico di Agesp Spa – ma c’è una linea guida per cui si deve fare la raccolta quindicinale se si è oltre il 60% di raccolta differenziata. Così ci si mette in regola rispetto alle indicazioni provinciali». Inoltre ci sarà il sacco rosso, su richiesta, per pannolini e pannoloni: «Un servizio aggiuntivo senza costi a chi ne fa richiesta e ha i requisiti. La privacy? Non sarà chippato, ma va separato perché sono rifiuti diversi e occupano volumi diversi, che non è pensabile tenere a casa per 15 giorni».

Gli altri dubbi

Sui dubbi della ristorazione rispetto alla raccolta quindicinale, Iadonisi è chiaro: «Ci sono rifiuti che lì non devono andare, come le cassette della frutta. In alternativa è attivabile un servizio dedicato per il loro ritiro, con Agesp o con altre società. Ma se ci sono casi particolari verranno valutati». Sulle perplessità di chi abita in condominio, poco da fare: «Ogni utente dovrà mantenere il sacco chippato nei propri spazi e portarlo nel locale adibito quando è pieno». Sulle lettiere dei gatti, invece, «ci sono sabbie biodegradabili che si possono buttare nel WC. Ma stiamo valutando il modo migliore per gestire queste tipologie, anche con punti di raccolta ad hoc». Sul rischio di aumento degli abbandoni nei boschi, Iadonisi taglia corto: «L’educazione civica non la voglio commentare. Succede già oggi, io stesso ho visto una lavatrice a fianco del punto di raccolta dei rifiuti tessili. Ma, come detto, fare il furbo non varrà la pena perché si paga lo stesso la parte fissa».

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